“I vertici dell’azienda Usl Toscana Centro predispongono la chiusura di interi reparti e attivit specialistiche ambulatoriali. Una vergognosa presa in giro degli amministratori del Pd”, accusano Domenico Mangiola, Andrea Cal, Valentina Fontanelli e Lorenzo Sgherri per i COBAS USL Toscana Centro
I Cobas proclamano lo stato di agitazione al Serristori, denunciano nuovi tagli per l'estate e preannunciano mobilitazioni. "Sono passate poche ore – accusano Mangiola, Calò, Fontanelli e Sgherri – dalla pubblicazione delle dichiarazioni del nuovo Assessore Regionale alla Sanità Simone Bezzini sulla cosiddetta ripartenza del presidio ospedaliero Serristori post covid, che improvvisamente, cogliendo tutti di sorpresa, i vertici dell’ASL Toscana Centro hanno iniziato a rimodulare l’offerta sanitaria e assistenziale del Serristori con una previsione allucinante di abbattimento di servizi e attività ambulatoriali e specialistiche accompagnata da una contestuale chiusura di interi reparti di medicina".
"Un fatto grave, du una scorrettezza inaudita, inaccettabile socialmente e sindacalmente", denunciano i Cobas. " Una vergognosa e reiterata presa in giro in salsa PD, che vede protagonisti i massimi vertici istituzionali di questo partito ai danni del servizio sanitario pubblico del Valdarno Fiorentino, del diritto alla salute e degli indirizzi sanitari nazionali che proprio a fronte dell’emergenza pandemica avevano dichiarato di voler rafforzare tutti i presidi, ospedali e distretti che si occupano della presa in carico dell’utenza di riferimento territoriale".
Già prima dell'estate, spiegano ancora i rappresentanti dei lavoratori, la Asl Centro "ha pensato bene di chiudere in anticipo proprio al Serristori, i reparti di Medicina A e C dal 7 giugno al 20 settembre 2021 con la soppressione di 37 posti letto e la contemporanea apertura di 15 posti letto di Chirurgia dal 7 giugno al 26 luglio; a partire da quella data, però, la chirurgia e le sale operatorie saranno chiuse fino al 6 settembre". Insomma un piano di chiusure per il periodo estivo, "in barba alle dichiarazioni di rilancio dell’ospedale da parte dell’assessore regionale alla sanità e al persistere di lunghissime liste di attesa chirurgiche, ortopediche, urologiche e di patologie dimenticate e trascurate durante la pandemia".
In sostanza, dal 26 luglio saranno disponibili in tutto il Serristori soltanto 15 letti in Medicina B: "Ma di quale diritto alla salute parlano questi signori?", chiedono i Cobas. "Questo terrificante piano di chiusura sarà accompagnato da una vera deportazione di massa di operatori sanitari dal Serristori a Ponte a Niccheri, con nessuna sicurezza di un loro rientro, visto che le previsioni del piano aziendale non contemperano un vero progetto di rilancio e potenziamento del presidio finito il periodo estivo. È possibile che il trio Mugnai, Giunti, Lorenzini non fossero a conoscenza di questa operazione maramaldesca, che prolunga i tanti disagi della popolazione del Valdarno fiorentino costretti ad estenuati via crucis presso altri presidi? Ed è possibile che il Direttore Generale della USL Centro Dr Morello pensasse che i COBAS potessero tacere, al pari di CGIL CISL UIL, sul mancato confronto sindacale, sulla violazione dei diritti dei lavoratori, su questa ingiustificata deportazione, sulla soppressione di posti letto/attività/servizi e posti di lavoro?".
I Cobas aggiungono: "Bezzini, Morello & soci hanno fatto male i loro conti, così come chi pensa di camuffare questo smantellamento anticipandolo con la giornata del 2 Giugno, in cui sarà scientemente utilizzato il Premio Bambagella, massima onorificenza del Comune di Figline e Incisa che premia, in coincidenza con la Festa della Toscana, un personaggio che si è particolarmente distinto per le proprie attività e che questi “furboni” hanno pensato di attribuire proprio agli operatori del presidio ospedaliero di Figline che saranno deportati: eroi sì, ma non stupidi!".
"Questa chiusura e l’ingiustificata violazione dei diritti dei lavoratori non sarà da noi COBAS accettata, proprio perché non risponde né al rilancio e potenziamento del presidio ospedaliero Serristori né ad una adeguata risposta ai bisogni di salute della popolazione valdarnese". Per questo i rappresentanti sindacali, che intanto proseguono nel confronto con comitati, associazioni, gruppi consiliari a difesa dell’Ospedale Serristori, annunciano "una nuova mobilitazione sociale" ed esprimendo "totale contrarietà alle scelte aziendali, alle ripetute violazioni delle relazioni sindacali, dichiariamo lo stato di agitazione dei lavoratori dell’ospedale Serristori e dei presidi sanitari territoriali".
"Alla azienda USL Toscana Centro – conclude la nota – chiediamo la revoca dei provvedimenti di chiusura, per i quali ci aspettiamo una seria e autorevole presa di posizione di contrarietà dei Sindaci del Valdarno Fiorentino, che ricordiamo essere autorità sanitarie di riferimento in rappresentanza di tutti i cittadini e non degli interessi oscuri di un partito che agisce contro di essi".