20, Aprile, 2024

Sammezzano incanta centinaia di visitatori. “Peccato che non venga valorizzato come dovrebbe”

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Grande successo per l’apertura al pubblico del Castello di Sammezzano, a Leccio: 750 i visitatori che hanno potuto ammirare questo piccolo gioiello. Persone arrivate da tutta la Toscana e anche oltre. Impeccabile il lavoro del Comitato Ferdinando Panciatichi Ximenes D’Aragona, in collaborazione con la proprietà del castello e con l’Usd Leccese

Centinaia di persone con il naso all'insù, incantate dallo spettacolo unico di volte, soffitti, guglie, archi, specchi e centinaia di decorazioni di ogni genere. Il Castello di Sammezzano, in una delle sue rare aperture straordinarie, ha tolto il fiato ai 750 visitatori che erano riusciti a prenotare un posto, ambitissimo per la verità.

Persone arrivate non solo dal Valdarno, ma da tutta la Toscana e anche al di fuori. Perché questo esemplare unico di architettura, un "sogno d'oriente", opera del genio eclettico del Marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d'Aragona, è un'attrattiva di livello nazionale. Castelli come questo, che domina la frazione reggellese di Leccio, non ce ne sono. 

Immenso il lavoro dei volontari del Comitato FPXA, insieme con l'Usd Leccese e la Misericordia. Solo grazie a loro, infatti, il Castello apre le porte al pubblico, una manciata di volte l'anno, per gentile concessione della proprietà. A guidare i visitatori, alcuni appassionati della storia del Marchese e del Castello, che da anni ne studiano ogni aspetto e che conoscono ogni stanza, ogni frase impressa sulle pareti, ogni decorazione. Le loro parole accompagnano una visita in mezzo a stanze che restano impresse nella memoria: la stanza del pavone, quella bianca, la stanza del fumo, quella spagnola sono solo alcuni esempi. 

"Un'esperienza bellissima, davvero impagabile – commentano i visitatori – anche se resta l'amaro in bocca a vedere che il Castello è praticamente abbandonato a sé stesso. Nessuna cura, nessuna manutenzione: chissà che fine farà di questo passo. E pensare che ci sarebbe tanta voglia di visitarlo, di conoscerlo: meriterebbe di essere valorizzato di più". 
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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