26, Dicembre, 2024

Pirelli – Bekaert: Il sindaco Mugnai e la Fiom Cgil guardano all’occupazione, alla ricerca e all’innovazione

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Passaggio storico da Pirelli a Bekaert: il sindaco di Figline Giulia Mugnai e il segretario Fiom Cgil di Firenze Claudia Ferri commentano. Soddisfazione per i livelli occupazionali e per il futuro rivolto alla ricerca e all’innovazione

Passaggio epocale è stato definito dal sindaco di Figline Incisa Giulia Mugnai. Dopo 54 anni, infatti, lo stabilimento figlinese della Pirelli cambia proprietà e nome. Il comune e la Fiom Cgil commentano la risoluzione di una vicenda lunga a travagliata.

“È avvenuto il passaggio ufficiale da Pirelli a Bekaert – ha commentato la sindaca di Figline e Incisa Valdarno, Giulia Mugnai – È un giorno importante, in cui i sentimenti e i ricordi affiorano e si mischiano: la preoccupazione di un anno fa, i presidi davanti allo stabilimento, la malinconia di una storia lunga che si è legata a doppio filo con quella del nostro territorio. Ma oggi mi piace soprattutto pensare che quella storia non finisce, perché i 400 lavoratori sono già pronti per scriverne un nuovo capitolo. A noi istituzioni – Comune, Città metropolitana e Regione – spetta invece il compito di creare le condizioni affinché quello stabilimento diventi un polo della ricerca e dell’innovazione collegato alla Firenze industriale”.

L'acquisizione della divisione Steel Cord, la Business Unit Steelcord, da parte della multinazionale belga Bekaert viene vista come una nota positiva per l'occupazione dalla Fiom Cgil. L'accordo, infatti, siglato nel 2014 con il benestare anche dei lavoratori garantisce l'attività fino al 2017.

"Si è concluso un percorso avviato ormai da quasi due anni – afferma Claudia Ferri, segretario Fiom Cgil –  da quando Pirelli comunico l'intenzione di cedere la BUS. L'accordo raggiunto garantisce i lavoratori del sito figlinese e sancisce, come ha dimostrato la mobilitazione avvenuta sul territorio, l'importanza dell'industria e del recuperare politiche industriali che rimettano al centro lo sviluppo della manifattura. L'accordo, inoltre, dimostra ancora una volta come non siano le aziende a scegliere i rappresentanti dei lavoratori, così come non sono i lavoratori a scegliersi le controparti. Lo dico pensando all'ormai tristemente famosa e ventilata 'cordata italiana' che tanto tempo ha fatto perdere durante questa trattativa, per non presentarsi mai a quei tavoli titolati a discutere della cessione di ramo d'azienda presso le sedi istituzionali, in particolare il Ministero dello Sviluppo Economico. Auspichiamo ora l'apertura di un confronto con l'azienda per discutere anche delle prospettive oltre il 2017, del ruolo dello stabilimento figlinese e delle possibilità di sviluppo che da sempre caratterizzano la storia di quello stabilimento, coinvolgendo anche le istituzioni locali".

 

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