Sono 60 i lavoratori ex Bekaert che dal 28 gennaio hanno iniziato a lavorare in Laika, come annunciato un mese fa. Ma intanto per i 113 che sono rimasti in vertenza non ci sono novità all’orizzonte: i sindacati sono tornati a chiedere la convocazione al Mise, ma la crisi di Governo rallenta tutto
Sono entrati al lavoro a partire dal 28 gennaio scorso, gli ex dipendenti Bekaert riassorbiti da Laika, l'azienda della Val di Pesa che produce camper e caravan e che ha deciso di assumerne ben 60, tra quelli rimasti in vertenza. La notizia era stata annunciata alla vigilia di Natale, e nell'arco di un mese gli ex operai Bekaert sono entrati nel loro nuovo luogo di lavoro.
Se da una parte, dunque, si è tirato un sospiro di sollievo per le sorti di 60 lavoratori e delle loro famiglie, dall'altra resta forte la preoccupazione per il futuro dei 113 rimasti nella vertenza Bekaert, e in generale per la sorte del sito produttivo figlinese. L'azienda ha avviato la procedura collettiva di licenziamento a dicembre, in vista della fine degli ammortizzatori sociali (la cassa integrazione per Covid) il 9 marzo 2021.
E ancora mancano le risposte che tutti aspettano sul fronte della reindustrializzazione. Non solo: i sindacati, le istituzioni e i lavoratori aspettano anche solo la convocazione del tavolo al Ministero, e la crisi di Governo rischia di rallentare tutto. Per questo nei giorni scorsi Fiom, Fim e Uilm hanno scritto al Ministero dello Sviluppo Economico, per chiedere che sia convocato il tavolo, sottolineando come ci sia forte preoccupazione, e definendo "urgente e ed estremamente necessaria" la convocazione dell'incontro, per capire se finalmente si concretizzerà l'unica proposta rimasta finora in ballo per la reindustrializzazione del sito figlinese.