28, Marzo, 2024

Direttissima, i pendolari rilanciano l’appello ai sindaci. Intanto si complica la circolazione dei treni regionali

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

“La Direttissima è un diritto per i pendolari”: il Comitato rilancia l’invito ai sindaci del Valdarno contro il possibile sfratto sulla Lenta dei treni dei pendolari. Intanto arrivano le prime conseguenze dello spostamento della gestione a Bologna: prima vittima il 3165, con 50 minuti di ritardo

Scarse finora le adesioni, e così il Comitato Pendolari Valdarno Direttissima torna alla carica. "Sindaci, appoggiate la nostra battaglia contro il dirottamento sulla Lenta". A sottoscrivere l'appello, ad oggi, solo i sindaci di Castelfranco Piandiscò e Pergine, Cacioli e Neri, oltre al Coordinatore di Sel Valdarno e al M5S del Valdarno. 

"Rinnoviamo l’invito ai sindaci del Valdarno fiorentino e aretino a prendere posizione al fianco dei loro concittadini-pendolari contro il possibile sfratto dalla linea Direttissima Firenze-Roma dei treni regionali con la loro deviazione coatta sulla linea Lenta, passante per Pontassieve. Lo sfratto potrebbe avvenire progressivamente con l'avvenuto spostamento da lunedì scorso della gestione della linea Direttissima dalla sala operativa di RFI Firenze Campo di Marte a RFI di Bologna, che sta già complicando la circolazione ferroviaria".

Lo spostamento del centro di comando ha già comportato, spiegano i pendolari, "significativi ritardi: fra i tanti treni in ritardo il primo clamoroso disagio è stato con il Foligno 3165 delle 18.09 da S. Maria Novella, fra i treni più usati dai pendolari del Valdarno, che l'altro ieri ha viaggiato con 50 minuti di ritardo".
 
"La Direttissima è un diritto acquisito importante per i pendolari – afferma il Comitato nella lettera aperta ai sindaci – e la linea Lenta sarebbe un ritorno al passato di 30 anni, con maggiori disagi e ritardi. I pendolari del Valdarno non devono diventare figli di un dio minore e vittime sacrificali immolate da Ferrovie al business dell'Alta Velocità".
 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati