L’biettivo è tornare a lavorare nello stabilimento: stamani l’incontro tra Legacoop Toscana, Fiom Cgil Firenze e un primo nucleo di 52 lavoratori di Bekaert, che hanno costituito un Comitato promotore per dare mandato a Legacoop Toscana di accompagnarli nel percorso di verifica di fattibilità di un progetto di workers buyout. Intanto Fim Cisl esprime preoccupazione per lo stallo e incontra gli iscritti
Un gruppo di 52 lavoratori della Bekaert SpA di Figline e ha costituito, questa mattina, un Comitato promotore per avviare, insieme a Legacoop Toscana, un percorso di verifica di fattibilità della costituzione di una cooperativa di lavoro attiva in varie produzioni, come quella di cordicella metallica e trafilato per tubi ad alta pressione. Lo scopo è quello di avviare un progetto di impresa per tornare a lavorare nello stabilimento di Figline e sottoporlo all'attenzione di Sernet, l'advisor incaricato per la reindustrializzazione del sito, e al Ministero dello Sviluppo Economico.
Insomma, almeno cinquanta lavoratori sono pronti a subentrare direttamente, in Cooperativa, pur di tornare al lavoro nello stabilimento figlinese: è quanto emerso dall’incontro che si è tenuto questa mattina tra Legacoop Toscana, Fiom Cgil Firenze e il gruppo di lavoratori Bekaert. "Abbiamo ricevuto mandato di verificare la fattibilità economica di un progetto di workers buyout – ha spiegato Roberto Negrini, presidente Legacoop Toscana – in linea con il protocollo siglato nel novembre 2017 con Cgil Toscana, adesso il nostro compito sarà innanzitutto quello di valutare, attraverso un professionista che abbiamo già individuato, la sostenibilità del progetto".
"La valutazione dovrà essere attenta, con bassi margini di errore, per non rischiare di deludere ulteriormente i lavoratori che sono già provati dalle vicende che ben conosciamo. Il primo passaggio sarà quello di capire la sostenibilità economica e finanziaria dei processi produttivi per poi trovare risorse anche tra gli strumenti finanziari della cooperazione". Soddisfatta la Fiom, per l'avvio di questo percorso: "Ringraziamo Legacoop per essersi resa disponibile a rappresentare i lavoratori nel percorso di verifica di fattibilità di una Cooperativa di lavoro attiva nella trasformazione dell’acciaio in corda – ha detto Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom Cgil di Firenze – lo scopo è di avviare un progetto di impresa per tornare a lavorare nello stabilimento di Figline e sottoporlo all'attenzione di Sernet, l'advisor incaricato da Bekaert ad operare per la reindustrializzazione del sito, e al Ministero dello Sviluppo Economico affinché possa richiamare Pirelli alla responsabilità, tornando ad acquistare volumi dove li ha ordinati per anni, in Via Petrarca".
"Al contrario dei soggetti interessati, che finora hanno scelto di celarsi dietro vincoli di riservatezza – sottolinea Calosi – noi operiamo in trasparenza. I lavoratori prendono in mano il loro futuro e dimostrano ancora una volta che ci credono ancora e nella Fiom troveranno sempre appoggio. Confermiamo quello che diciamo da sempre: la fabbrica non è di Bekaert ma del territorio e dei lavoratori che, stanchi di restare con le mani in mano, con questa decisione lanciano il cuore oltre l’ostacolo". Un segnalre di riscatto da parte dei lavoratori, secondo Enzo Masini, Segreteria Cgil Firenze: "Si tratta di una iniziativa i cui sviluppi saranno verificati dai lavoratori e dalle istituzioni del territorio, una iniziativa aperta alla partecipazione di chiunque voglia sostenerla. Di fronte a certe politiche delle multinazionali che sfruttano le competenze e le risorse del territorio, può sorgere una risposta diversa che mette al centro il lavoro e non la finanza. Il Governo ha il compito di trovare soluzioni a una vertenza che dura da troppo tempo, da oggi per farlo ha anche un interlocutore sostenuto dalla competenza della lega delle cooperative".
Intanto la vicenda Bekaert resta al centro dell'attenzione sindacale. Fim Cisl si dice "preoccupata per il silenzio sulla reindustrializzazione e per alcuni errori nell'erogazione della cassa integrazione": per questo ha convocato in assemblea i lavoratori della Bekaert per mercoledì prossimo 8 maggio. "Il primo punto all’ordine del giorno saranno alcune irregolarità riscontrate nei cedolini che l’azienda sta trasmettendo all’Inps per il pagamento della cassa integrazione. Si tratterebbe di errori formali, che però vanno corretti quanto prima, altrimenti i lavoratori rischiano di ricevere assegni più bassi di quanto spettante. Per questo la Fim si è mossa nei confronti dell’azienda e chiede una verifica di tutte le pratiche".
Il tema più caldo resta però il processo di reindustrializzazione. "Nonostante siamo costantemente informati dal governo, il percorso di reindustrializzazione va a rilento – dice il segretario Fim-Cisl della Toscana, Alessandro Beccastrini – e questo ci preoccupa molto. C’erano stati anche impegni con il presidente Rossi di avviare un percorso di coinvolgimento della Regione Toscana: crediamo sia giunto il momento di dare concretezza alle cose che ci eravamo detti al tavolo in Regione. Noi qualche idea sui possibili scenari ce l’abbiamo, grazie anche ad uno studio approfondito che abbiamo realizzato con alcuni esperti di acciaio a livello mondiale e le diremo ai lavoratori, perché questo percorso vogliamo e dobbiamo farlo per loro e con loro".