Incontro al Mise a Roma terminato con un niente di fatto. Presenti il vice capo gabinetto, il funzionario del Mise dott. Castano, l’assessore del Comune di Figline Incisa, Sauro Testi, l’assessore regionale Gianfranco Simoncini, i sindacati, Fiom Cgil, Uilm Uil, Fim Cisl, e tre rappresentanti dell’azienda. Le posizioni dei sindacati
Si è concluso con un niente di fatto anche l'incontro di oggi a Roma, al Ministero per lo sviluppo economico, per la vicenda Bekaert. Sindacati e istituzioni compatti hanno chiesto la sospensione della chiusura dello stabilimento di Figline e di conseguenza dei 318 licenziamenti. L'azienda invece non retrocede dalla data del 4 settembre.
Il Segretario generale della FIOM CGIL di Firenze Daniele Calosi: “Fa piacere essere tornati unitariamente, come organizzazioni sindacali, governo e istituzioni locali, sulla posizione portata in piazza Marsilio Ficino lo scorso 29 giugno, quella di non procedere ai licenziamenti e quindi con la richiesta di sospensione della procedura che per ora l’azienda non ha accettato. A questo tavolo nessuno può assumersi la responsabilità politico sindacale di accettare dei licenziamenti in un’azienda che chiude non per crisi, ma solo perché vuole spostare le produzioni dove il costo del lavoro è più basso per aumentare il proprio profitto. Questo è e deve essere inaccettabile per le organizzazioni sindacali, per il governo e per le istituzioni locali. Avevamo richiesto all’azienda di farci avere venerdì la proposta presentata oggi al Governo ma non ci è stata inviata, a dimostrazione che Bekaert non vuole fare una trattativa con le organizzazioni sindacali. Mercoledì 1° agosto ore 17 assemblea con i lavoratori. Noi non molliamo, la lotta prosegue”.
Il segretario della Fim-Cisl Toscana, Alessandro Beccastrini: “Se l’azienda non fa uno sforzo sui tempi è davvero impossibile trovare un accordo, anche per noi che vorremmo iniziare ad entrare nel merito della trattativa. Se rimane la pregiudiziale della chiusura al 4 settembre davvero è impossibile trattare. L’azienda ha presentato il documento atteso, ma resta infatti ferma alla data del 4 settembre, entro la quale chiede di trovare l’accordo, proponendo solo altri 30 giorni di tempo per chiudere tutta la procedura (si arriverebbe così a inizio febbraio). Un orizzonte di tempo che secondo la Fim Toscana non può bastare a trovare un compratore e mettere in piedi un credibile progetto di reindustrializzazione dell’area, che per il sindacato resta l’unico obiettivo perseguibile".