22, Dicembre, 2024

Bekaert, Rossi: “Pronti ad una lunga trattativa per una buona reindustrializzazione”

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La multinazionale ha detto ‘si’ alla cassa integrazione. Difficoltà paventata dall’azienda a mantenere l’occupazione fino a dicembre. Chiuso il primo tavolo, si è aperto il secondo al quale prende parte anche l’agenzia regionale toscana per l’impiego

Bekaert conferma la disponibilità a dare il via alle procedure per la cassa integrazione straordinaria dei 318 lavoratori ma nell'ambito di un accordo complessivo che, oltre alla reindustrializzazione, preveda il monitoraggio delle varie fasi, gli incentivi rispetto alla continuità occupazionale e quelli all'esodo. Il punto di maggiore difficoltà riguarda l'impegno, preso a suo tempo dai vertici aziendali, a mantenere la produzione (e quindi a pagare i lavoratori) fino alla fine dell'anno. Invece adesso che è possibile attivare la cassa integrazione, l'azienda vorrebbe farla scattare da subito. Per questo chiuso il primo tavolo al Mise si è aperto il secondo al quale prende parte anche Carmen Toscano di Arti, l'agenzia regionale toscana per l'impiego.

Il presidente della Regione Toscana sta rientrando a Firenze ma ha lasciato al Ministero Gianfranco Simoncini. "Adesso dobbiamo prepararci  ad una trattativa che presumo sarà lunga. Qui al Mise abbiamo incontrato l'azienda alla quale abbiamo ribadito che il nostro interesse é fare in modo da avere un buon progetto di reindustrializzazione del sito produttivo di Figline Incisa. E per favorire questo processo abbiamo riconfermato la nostra disponibilità a supportarlo, mettendo a disposizione fondi strutturali europei e risorse regionali. Poi ci serve un tempo congruo per verificare nel merito la solidità delle proposte di insediamento che adesso sono sul tappeto".

"A Bekaert – aggiunge il presidente Rossi – ho fatto presente la necessità di non puntare ad una ricollocazione dei lavoratori fuori dall'area produttiva di Figline, incentivandone l'esodo, quanto piuttosto a favorire una reindustrializzazione che è non solo possibile ma anche necessaria. Quell'enorme stabilimento, se abbandonato a se stesso, diventerebbe un vuoto industriale e sarebbe improduttivo, mentre se Bekaert fosse disponibile a proporlo a prezzi ragionevoli, darebbe una mano a favorire quella reindustrializzazione a cui noi tutti puntiamo".

"Certo è – questa la sua conclusione – che se un mese fa mi avessero detto che saremmo arrivati a questo punto in questa situazione, ne sarei stato contento e avrei manifestato tutto il ottimismo circa le prospettive per i 318 lavoratori della Bekaert. Tuttavia adesso abbiamo altri problemi da risolvere e mi auguro sia possibile trovare un'intesa".

Per la conclusione dell'incontro, dunque, sono previsti tempi lunghi.

 

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