Bekaert era ferma sulle sue posizioni, ma alla fine si trova l’accordo. Fiom non firma, Fim e Uilm sì. La Regione: “Guadagnato tempo prezioso”. La multinazionale: “Continueremo a porre in essere tutte le azioni e gli interventi concordati finalizzati alla continuità occupazionale e alla reindustrializzazione del sito”
È stato trovato proprio all'ultimo, l'accordo per il prolungamento della cassa integrazione ai lavoratori Bekaert: il tavolo tecnico di oggi in Regione era infatti l'ultimo momento utile per fermare la procedura di licenziamento collettivo e usufruire (a costo zero per l'azienda, che però si era comunque opposta fino ad oggi) di altre 8 settimane di cassa covid.
Un piccolo sospiro di sollievo in una vicenda che sembrava ormai giunta al capolinea. La Regione Toscana, in una nota, parla di "giorni fitti di telefonate, proposte, dinieghi e due lunghe sedute in remoto: per il tavolo di crisi convocato ieri, 23 febbraio, e per quello tecnico di oggi, ultimo giorno utile per fermare o sospendere il procedimento di licenziamento collettivo avviato dalla multinazionale belga Bekaert".
Il punto di caduta raggiunto a quei tavoli tra Regione, sindacati e azienda è che gli oltre 100 dipendenti rimasti potranno utilizzare le residue 8 settimane di cassa covid previste in finanziaria. Un ‘respiro’ che si accompagna, però, alla ricerca di una soluzione di reindustrializzazione del sito di Figline. “E’ stato guadagnato tempo prezioso, però ora il governo deve utilizzarlo al meglio” è il commento di Valerio Fabiani, delegato del presidente Eugenio Giani al lavoro e alle crisi aziendali, che ha sostenuto le proposte della Regione con Arti e in contatto continuo con i rappresentanti sindacali.
“Come si vede la Regione c’è – aggiunge Fabiani – rivendichiamo con orgoglio l’assorbimento di oltre 60 lavoratori ex Bekaert da parte di Laika, la multinazionale che produce camper a San Casciano”. Un ringraziamento specifico Fabiani lo rivolge a Fim, Fiom e Uilm: “ Le sigle sindacali fino all’ultimo hanno seguito questa trattativa, seppure con distinte posizioni: Fiom non ha firmato l’accordo in sede tecnica pur essendo disponibile a partecipare a tutti i futuri tavoli che ci saranno per la reindustrializzazione”.
Dal tavolo di oggi dunque le posizioni sindacali sono diverse. Fiom Cgil non ha firmato (e ha espresso in un comunicato la sua posizione) mentre Fim Cisl e Uilm Uil sì, in seguito all'accordo sulla cassa integrazione per altre otto settimane.
La multinazionale ha commentato in una nota: "Nella giornata di oggi una delegazione del Gruppo Bekaert ha nuovamente incontrato, in videoconferenza con l’Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego, i rappresentanti delle Organizzazioni Sindacali. Al termine dell’incontro, le parti hanno raggiunto un nuovo accordo, dopo quello siglato lo scorso 2 ottobre 2018 presso il Mise e i successivi accordi sottoscritti nel 2019 e 2020. La Società si è resa disponibile ad attivare altre 8 settimane di Cassa Integrazione Covid, con decorrenza dal primo febbraio 2021, al fine di concludere al meglio le azioni e gli interventi in corso volti alla continuità e al massimo riassorbimento occupazionale dei 123 lavoratori Bekaert ancora in forze".
"Con il completamento odierno della procedura di licenziamento collettivo – ha aggiunto Bekaert – le parti hanno quindi concordato la prosecuzione del Piano di mitigazione sociale, che in due anni e mezzo ha già permesso di trovare una soluzione per circa 2/3 dei lavoratori, fino al mese di maggio. In stretta collaborazione con Istituzioni e Sindacati e col supporto dell’Advisor specializzato, Bekaert continuerà a porre in essere tutte le azioni e gli interventi concordati finalizzati alla continuità occupazionale e alla reindustrializzazione del sito, rimanendo disponibile a futuri ulteriori confronti nelle diverse sedi".