19, Novembre, 2024

Bekaert presenta il piano industriale: Figline diventerà centro e sviluppo del gruppo ma sono previsti esuberi

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Si è svolto nella sede di Confindustria di Firenze un incontro tra ‪‎Bekaert e le organizzazioni sindacali per il futuro dello stabilimento figlinese. Confronto aperto tra proprietà e sindacati per l’applicazione dell’accordo che era stato sottoscritto al ministero e che prevede esuberi della forza lavoro per un tetto massimo del 15%. Fiom e Fim: “Proprietà ha espresso l’intenzione di investire su Figline”.

Incontro in Confindustria sulla situazione dello stabilimento Bekaert di Figline. Da pochi mesi la divisione steelcord Pirelli è passata di proprietà alla multinazionale belga e l’incontro odierno è stato l’occasione per fare il punto della situazione e permettere alla dirigenza di esporre i piani futuri per la realtà produttiva valdarnese.
 
 “Si è da poco concluso l'incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione di ‪‎Bekaert che ci ha illustrato il piano industriale per lo stabilimento di Figline Valdarno (ex Pirelli) – si legge in una nota su facebook della Fiom di Firenze – Riconosciamo all'azienda di aver rispettato gli impegni assunti nell'accordo sottoscritto al Ministero e se da un lato ci prospetta interventi di riorganizzazione, dall'altro esprime anche la volontà di investire e rilanciare il sito produttivo”.
 
“Come Fiom – conclude la nota – chiediamo a Bekaert che fornisca garanzie reali di sviluppo e che nei prossimi incontri siano coinvolte le istituzioni locali, Comune, Città Metropolitana e Regione, per poter giungere ad un accordo sottoscritto da tutti i soggetti”.
 
“Bekaert – sottolinea anche la Fim Cisl – ha individuato una mission industriale per lo stabilimento di Figline, che diventerà il centro di ricerca e sviluppo europeo per l’intero gruppo. Al contempo però gli accordi sottoscritti al ministero prevedono un efficentamento dell’esercizio, con un 15% di esuberi della forza lavoro”. Circa una cinquantina di persone, anche se al momento non sono state fissate scadenze: l'accordo sottoscritto allo sviluppo economico prevede infatti che la nuova proprietà non possa avviare una procedura di licenziamento se non in accordo con le Rsu, e mai oltre il 15% della forza lavoro.

Fin dai prossimi giorni dovrebbero essere indette assemblee con i lavoratori in fabbrica e chiesto un incontro istituzionale a Comune e Regione. 
 

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