Esplicitati i nomi dei soggetti interessati, sono Trafilerie Meridionali e Jindal. L’azienda: “Lavoriamo per favorire la reindustrializzazione e la continuità occupazionale dei lavoratori in Cigs”. Il sindacato Fim Cisl con il segretario Beccastrini: “Ripresa del dialogo positiva, ma ora il governo faccia presto”. La Fiom Cgil: “Chiediamo il ritiro dei licenziamenti”.
Sono Trafilerie Meridionali e Jindal, i due soggetti potenzialmente interessati a reindustrializzare la ex Bekaert di Figline. I nomi sono stati resi noti in maniera esplicita nel corso del nuovo incontro che si è svolto oggi in videoconferenza, convocato dal Ministero per lo Sviluppo Economico per la vertenza Bekaert. Presenti in collegamento i rappresentanti dell'azienda, le organizzazioni sindacali, le istituzioni e Invitalia.Un dialogo che si riapre al Mise dopo lunghe settimane di attesa. L'azienda, in una nota, ha spiegato di aver presentato al tavolo i dati sul lavoro portato avanti per la continuità occupazionale dei dipendenti.
"Nel corso della riunione – ha commentato Bekaert – sono stati condivisi lo stato di avanzamento delle azioni e gli interventi intrapresi in linea con gli Accordi sottoscritti tra le parti lo scorso 24 febbraio 2021, dopo quello siglato lo scorso 2 ottobre 2018 presso il Mise e i successivi sottoscritti nel 2019 e 2020. Sul fronte del ricollocamento attivo dei lavoratori, prosegue l'incontro tra domanda e offerta e il lavoro sulla riqualificazione professionale. I distaccati o ricollocati presso altre aziende sono attualmente 133, mentre per altri 5 sono in corso verifiche di idoneità".
"I lavoratori inizialmente in forze per i quali sono state trovate soluzioni sono complessivamente 198, mentre sono 120 i dipendenti di Figline (le cui attività produttive sono cessate il primo gennaio 2019) che ancora fino al prossimo 4 maggio potranno usufruire della CIGS – aggiunge Bekaert – durante l’incontro è stato inoltre fatto il punto della situazione sui possibili scenari di reindustrializzazione del sito emersi tra il 2019 e il 2020, che andranno ora verificati sulla base delle proposte dei potenziali investitori (pubblici e privati), anche alla luce della significativa riduzione del carico occupazionale ma anche del tempo a disposizione".
Soddisfazione per la ripresa del dialogo è stata espressa da Alessandro Beccastrini, per la Fim Cisl: "Per la Fim-Cisl la ripresa del dialogo è positiva, visto anche la novità della presentazione dei nomi di 2 possibili investitori, contattati nella mattinata dal governo (si tratta di Trafilerie meridionali e di un’azienda di cavi legata a Jindal) che hanno confermato interesse. Forte preoccupazione però per la posizione netta della Bekaert di non andare oltre la data del 4 maggio".
"Per la Fim adesso il ruolo del governo è fondamentale perché deve presentare al più presto alla multinazionale belga avanzamenti concreti che possano convincerla a usufruire di altro tempo attraverso la cassa covid possibile dopo il ‘Decreto ristori’. In tal senso è ancor più fondamentale l'accordo del 24 febbraio firmato da Fim e Uilm, che permette oggi di sedersi ad un tavolo con i lavoratori ancora in costanza di rapporto di lavoro".
La Fiom Cgil ha spiegato in una nota: "L'Advisor ha illustrato l'attività svolta. Il piano di Trafilerie Meridionali, presentato nell'ottobre 2019, è stato approfondito nei dettagli e poi analizzato da Invitalia per una valutazione preliminare. Il gruppo Jindal, nel settembre 2020, è stato inserito nel tavolo di discussione attraverso la controllata JSW di Piombino, in quanto interessata a integrare la propria presenza nel mercato su due fronti che possono implicare la reindustrializzazione della Bekaert di Figline: la produzione di cavi per telecomunicazioni con un partner industriale, OBSA, che realizza macchine e impianti per la produzione di cavi in rame e che ha visitato lo stabilimento di Figline nell'ottobre 2020; e la produzione di hose wire con Trafilerie Meridionali per avere una verticalizzazione fino al trafilato e uno sbocco per il mercato della vergella prodotta a Piombino".
Per Daniele Calosi, Segretario della Fiom Cgil di Firenze e Prato, “dopo 30 mesi di vertenza oggi per la prima volta Sernet esplicita, in sede ministeriale e senza vincoli di riservatezza, i nomi dei soggetti interessati e illustra una situazione ben diversa da quella descritta dall'azienda al tavolo in Regione Toscana del 24 febbraio scorso, quando altre organizzazioni sindacali hanno firmato, al 4 maggio prossimo, il licenziamento dei lavoratori. Abbiamo chiesto pertanto il ritiro dei licenziamenti e la proroga degli ammortizzatori per poter approfondire la situazione senza l'imminente scadenza dei licenziamenti e cercare soluzioni utili ai lavoratori e anche al Paese all'interno del piano di rilancio del settore dell'acciaio".
"Data la presenza al tavolo di Invitalia – conclude Calosi – riteniamo inaccettabile parlare di finanziamenti pubblici a fronte di licenziamenti certi. Inoltre, visto che è uscito il nome di Jindal, chiediamo ai vertici dell'acciaieria se l'interessamento sia o meno reale visto che, né JSW, né Trafilerie Meridionali, né OBSA, si sono mai palesati agli incontri. Bekaert si è rifiutata di prorogare la cassa integrazione e di ritirare i licenziamenti, dimostrando assoluta mancanza di rispetto verso le istituzioni, le organizzazioni sindacali e i lavoratori. Il Ministero ha concluso la riunione aggiornando il tavolo tra tre settimane. La Fiom continuerà a chiedere la reindustrializzazione e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro”.
Per la CGIL ha espresso preoccupazione per il territorio Elena Aiazzi della Segreteria della Camera del Lavoro di Firenze, e Silvia Spera della Cgil nazionale ha aggiunto: “È grave l'atteggiamento della multinazionale che dopo aver unilateralmente deciso la chiusura dello stabilimento fiorentino per trasferire le produzioni in Romania oggi a fronte di possibili interessamenti industriali decida di non ritirare i licenziamenti nonostante la possibilità di fruire degli ammortizzatori previsti dal decreto Sostegni approvato in questi giorni. Oggi in questa situazione data dalla pandemia, tutti sono chiamati a fare la loro parte, la Bekaert ritiri i licenziamenti e favorisca il proseguo industriale e occupazionale".