Il sindaco di Castelfranco Piandiscò, Enzo Cacioli: “Una scelta gravissima da parte dell’azienda. Vanno riattivati con urgenza i tavoli di lavoro per trovare una soluzione”
Anche l'Amministrazione comunale di Castelfranco Piandiscò contesta la decisione assunta da Bekaert di avviare la procedura di licenziamento collettivo dei 176 dipendenti rimasti in vertenza, e per i quali la cassa integrazione finirà a marzo. "Il nostro comune, da sempre vicino agli interessi dei lavoratori e delle loro famiglie in questa triste vicenda – si legge in una nota – esprime, insieme alle Amministrazioni della vallata, la propria forte protesta nei confronti della multinazionale belga che, nonostante la richiesta urgente da parte della Regione Toscana di un incontro presso il Ministero del lavoro, ha scelto di realizzare quelle intenzioni che fin dall’estate del 2018 le sono state fortemente contestate".
“Una scelta grave, gravissima – commenta il sindaco Enzo Cacioli – la totale indifferenza dall’azienda di fronte alle battaglie intraprese dagli stessi lavoratori e dalle Istituzioni è inconcepibile. In questo momento storico, dove la crisi sociale ed economica si é aggravata anche a seguito delle disposizioni necessarie per contenere una pandemia globale, mi unisco a nome dell’Amministrazione di Castelfranco Piandiscò, alle proteste contro la scelta di togliere il lavoro a 176 persone e mettere in croce altrettante famiglie.”
“Facciamo appello al Governo e alla Regione Toscana, in piena sinergia con tutte le Amministrazioni del Valdarno – continua Cacioli – affinchè vengano riattivati urgentemente i tavoli di lavoro per trovare una soluzione efficace e stabile per la ripartenza del complesso industriale. Unica alternativa possibile per Castelfranco Piandiscò resta il blocco dei licenziamenti e la ripresa del processo di reindustrializzazione del sito.”
”Per quanto riguarda l’impegno di questa Amministrazione nella vicenda – aggiunge l’assessore Filippo Casini – resta la mobilitazione contro decisioni che tengono conto esclusivamente di interessi aziendali a discapito di quelli socio-economici di tante famiglie del nostro territorio e conseguentemente dello stesso sviluppo di quest’ultimo.”