I prossimi appuntamenti non saranno al Ministero ma in Regione, nella vertenza per la Bekaert. Ieri nulla di fatto al Mise, i sindacati hanno portato avanti la richiesta unitaria e condivisa di sospendere la procedura, prima di avviare qualsiasi trattativa
Hanno ritrovato l'unità al tavolo del Ministero, i sindacati Fiom Fim e Uilm. Su un punto che è considerato condizione essenziale per parlare di una trattativa: e cioè la sospensione della procedura avviata dall'azienda con i licenziamenti dei 318 dipendenti. I vertici italiani di Bekaert presenti al tavolo, invece, hanno "illustrato una proposta che prevedeva, come condizione per proseguire il confronto su reindustrializzazione, ricollocazione e incentivi, un accordo sindacale che già da oggi determinasse i licenziamenti", spiega Ferdinando Uliano, Segretario Nazionale Fim-Cisl.
E così Cgil, Cisl, Uil e Rsu hanno detto no. "L’azienda deve sospendere per un arco temporale la procedura di licenziamento – ha detto Uliano – e utilizzare quel tempo per cercare di negoziare con le organizzazioni sindacali delle soluzione idonee a rispondere al problema occupazionale che ha determinato agli oltre 420 lavoratori", fra diretti e indotto. È la stessa linea di Fiom, come ribadito ieri dal segretario Daniele Calosi: "Siamo tornati tutti sulla posizione portata in piazza Marsilio Ficino lo scorso 29 giugno, quella di non procedere ai licenziamenti e quindi con la richiesta di sospensione della procedura che per ora l’azienda non ha accettato". I responsabili aziendali hanno detto che riferiranno ai vertici in Belgio la richiesta dei sindacati e delle istituzioni.
Intanto si delineano le prossime tappe della vertenza. Domani, mercoledì 1 agosto, alle 17 si terrà in fabbrica l'assemblea con i lavoratori, per riportare loro l'esito del tavolo di ieri e concordare le prossime mosse. La prossima settimana la vertenza ritorna invece in Regione Toscana, il 7 o 8 agosto presumibilmente, alla luce del mancato accordo al Mise. Nel frattempo però un'altra data incombe sui 318 dipendenti: è quella di domenica 5 agosto, quando lo stabilimento chiuderà per la pausa estiva. Il presidio non abbandonerà i cancelli, hanno promesso lavoratori e sindacati, chiedendo il sostegno di tutti.