Nota congiunta di Elisa Tozzi, Marco Casucci ed Elena Meini della Lega
“Se c'è una cosa che proprio gli operai della Bekaert e le loro famiglie non meritano, è assistere allo squallido rimpallo di responsabilità tra Istituzioni, circa la gravissima situazione di crisi che li ha travolti, dal momento che sono proprio i rappresentanti di quelle Istituzioni ad essersi dimostrati totalmente incapaci, nel corso degli anni, di dare un futuro a queste centinaia di lavoratori”. Lo affermano i consiglieri regionali della Lega Elisa Tozzi, Marco Casucci ed Elena Meini sugli ultimi sviluppi della vertenza Bekaert.
“Davanti a una tragedia economica di tale portata per il Valdarno – dichiarano i consiglieri del Carroccio- e di fronte alla bomba sociale in procinto di esplodere, riteniamo inaccettabili tanto il silenzio dei 5Stelle, quanto l'agitarsi scomposto e ipocrita del PD, a cominciare dal governatore Giani”.
“I primi – spiegano – li ricordiamo nitidamente mentre si auto-incensavano per l'accordo raggiunto due anni fa (accordo che evidentemente così buono non era, quantomeno per gli operai), con l'ex ministro Di Maio in testa che dichiarava: 'Non voglio fare i nomi dei possibili compratori ma sono ottimista che la reindustrializzazione sia possibile'. Già, i 5Stelle annunciavano compratori, reindustralizzazione, tutele per tutti. E invece, dopo due anni, nessun compratore, nessun progetto, licenziamenti in corso. Bastava un fatto, si sono fermati a mille parole”.
“Per quanto riguarda il PD, tocca 'sparare sulla Croce Rossa': cosa ha fatto il partito da sempre alla guida della Regione Toscana – domandano Tozzi, Casucci e Meini – per tutelare i livelli occupazionali o reinserire l'eccedenza di forza-lavoro nel ciclo produttivo? Quali politiche di reindustrializzazione ha approntato la Regione Toscana nel tempo, quale piano di attrazione degli investimenti per lo stabilimento produttivo ex Pirelli e per gli altri siti produttivi regionali che versano in condizioni simili?. E perché alla multinazionale belga è stato lasciato acquisire il know-how dello stabilimento figlinese per poi impunemente delocalizzare in Romania? Infine, che fine ha fatto il tavolo regionale? Quante riunioni? Che soluzioni ha trovato? E il tavolo di crisi al Mise, quando si riunirà? Servirà a qualcosa o laverà la coscienza di chi vi parteciperà con un 'noi ci abbiamo provato'?”
“Non sono domande retoriche: sono lo specchio a livello nazionale del fallimento delle politiche per il lavoro del governo PD-M5S. E sono domande che rivolgiamo al governatore Giani soprattutto a nome di quegli operai che rischiano di ritrovarsi presto senza lavoro, con i mutui da pagare e i figli da sfamare. Domande che esigono risposta e l'avranno, dal momento che a inizio settimana le presenteremo formalmente in Consiglio, tramite un'interrogazione” concludono Tozzi, Casucci e Meini.