Questa mattina l’incontro sindacale con gli impiegati degli uffici della vallata: all’ordine del giorno la discussione della posizione nei confronti del piano aziendale di Poste Italiane, che nell’ultimo provvedimento ha previsto la chiusura e razionalizzazione degli sportelli
Questa mattina assemblea dei segretari provinciali dei sindacati con gli impiegati degli uffici postali del Valdarno. Presenti Daniele Mugnai di Slp Cisl, Claudio Rogialli di Uil Poste e Salvatore D’Amico di Slc Cgil. L’appuntamento arriva a poco meno di due settimane dai provvedimenti di chiusura e razionalizzazione decisi da Poste Italiane per la Toscana che rientrano all’interno di un più ampio piano aziendale.
La posizione dei tre sindacati è concorde nel portare avanti un percorso di contrasto che non si esaurirà in pochi mesi, perché la “battaglia non riguarda solo i singoli uffici, ma è generale. Infatti vogliamo sensibilizzare tutte le amministrazioni locali, non solo quelle coinvolte in prima persona nell’ultima decisione. Il problema è quello che succederà non solo tra due mesi, ma anche nuove possibili decisioni aziendali che potrebbero verificarsi a breve. Si tratta di un problema non legato all’insufficienza della produzione dei singoli uffici", ha commentato Mugnai, sottolineando quello già anticipato anche nel comunicato congiunto regionale, cioè che in molti casi gli interventi di chiusura sembrano destinati a risolvere solo problemi gestionali.
Già attivati i contatti anche con Agcom, Uncem e Anci, oltre alla presentazione della questione anche nelle commissioni parlamentari. “Anche noi dal basso dobbiamo fare sensibilizzazione e lavorare: per noi sindacati, senza i lavoratori dietro, è più difficile” – ha aggiunto Rogialli – “Dobbiamo lavorare per dare all’azienda una visione chiara e completa”.
"Per quanto riguarda la chiusura degli uffici indicati, riconfermiamo che non ci saranno licenziamenti, ma il personale sarà ricollocato. Comunque l'azienda deve capire che o si rilancia il servizio, si intraprende una riorganizzazione e riqualificazione del mestiere che richiede comunque investimenti, oppure non potrà andare molto avanti e svilupparsi se proseguirà ad affidarsi ai "vecchi" servizi: si deve riposizionare", ha aggiunto D'Amico. "Probabilmente non hanno del tutto capito i disagi che causerà questo provvedimento di razionalizzazione e soprattutto di chiusura contando che Poste perde anche il valore sociale che aveva come servizio alla cittadinanza".
Entro la prossima settimana, probabilmente, i segretari provinciali dei tre sindacati incontreranno ad Arezzo i sindaci dei comuni del territorio.