Questa mattina a Firenze la Fiom Cgil Firenze ha fatto il punto della sua attività in vista di un autunno che si preannuncia “caldo”. E fra i nodi da sciogliere c’è ancora quello della (ex) Bekaert: “L’auspicio è che quel tavolo, a prescindere dal Governo, resti in piedi. Aspettiamo una nuova comunicazione”
Settembre sarà un mese decisivo per la vertenza Bekaert: lo sa bene la Fiom Cgil, che questa mattina, in una conferenza stampa dedicata a fare il punto sulle vertenze del territorio, ha dedicato ampio spazio alle sorti dello stabilimento figlinese. Anche perché la crisi di Governo rischia di mettersi di traverso.
"Se cade il governo Conte – hanno detto i rappresentanti Fiom con il segretario provinciale Daniele Calosi – non cambia niente, perché il governo è stato inesistente durante tutta la vertenza dal punto di vista industriale, anche se è stato lodevole il reinserimento della Cigs, col decreto proposto dai sindacati recepito dall’esecutivo. Ora l’auspicio è che quel tavolo, indipendentemente da chi sarà al Governo, sia ancora in piedi".
"Ci aspettiamo una nuova convocazione al Ministero dello Sviluppo Economico per discutere in maniera approfondita di quelle che finora erano solo manifestazioni di interesse e che speriamo a settembre siano piani industriali elaborati per il rilancio di un'attività che possa farsi carico di tutti i lavoratori ancora in cassa integrazione, obiettivo che al momento si è prefissato solo il Comitato promotore della Cooperativa costituita da un gruppo di lavoratori Bekaert", hanno aggiunto i rappresentanti della Fiom Cgil.
Nel corso della conferenza, Fiom ha tracciato il punto relativo all'area fiorentina in generale. Sono 923 le aziende del territorio fiorentino in cui sono presenti lavoratori iscritti alla Fiom Cgil; e sono 421 i delegati sindacali della Fiom Cgil di Firenze eletti nelle Rsu di 148 aziende metalmeccaniche della provincia negli ultimi tre anni. Nell'industria, dai dati sulla certificazione della rappresentanza depositati all'Ispettorato Territoriale del Lavoro al 31 dicembre 2018, la Fiom fiorentina elegge oltre l'80% dei delegati totali.
L'ingresso di multinazionali e grandi industrie ha permesso di mettere in sicurezza un corposo tessuto produttivo di qualità. Regge bene la meccanica generale, la produzione di impianti per l'industria di vino e olio mantiene i livelli degli anni precedenti. A segnare una decisa crescita a livello di fatturato e di personale sono le aziende che realizzano accessori moda, anche se questa florida espansione è sempre soggetta ai movimenti dei brand committenti che alternano picchi di richiesta a brusche frenate. Il settore informatico registra fatturati in crescita ma le aziende non intendono redistribuire in maniera consistente e collettiva questa ricchezza con i lavoratori. Settori strategici come la telefonia e fibra, risentono di un'instabilità legata all'incapacità della politica di tracciare le linee di sviluppo industriale per il Paese.
"Notiamo un effetto negativo del decreto dignità che ha aperto la strada ad un utilizzo massivo da parte delle aziende dello staff leasing e alla non riconferma di somministrati", dice la Fiom Cgil. "Infine, settembre sarà anche il mese che ci vedrà impegnati a portare nei luoghi di lavoro la proposta per il rinnovo del contratto nazionale dell'industria, siglata insieme a Fim e Uilm. La piattaforma, se condivisa dai lavoratori metalmeccanici chiamati ad esprimersi con il voto certificato dopo lo svolgimento delle assemblee in ogni luogo di lavoro, sarà la base del confronto con Federmeccanica". Infine l'appello: "Ci piacerebbe avere Confindustria a fianco, che ci aiutasse a trovare delle soluzioni per la salvaguardia di posti di lavoro. Nel mese di settembre come segreteria della Fiom chiederemo ufficialmente un incontro con i vertici di Confindustria Firenze su come affrontare le crisi nei settori che rappresentiamo".