Il Comitato “Vittime di Podere Rota” torna sulla questione discarica alla luce della relazione di Arpat
Torna sulla questione discarica il Comitato "Vittime di Podere Rota". "Fa notizia e crea scalpore che gli enti facciano il proprio dovere: che Arpat chiami in causa Csai rimettendosi all’ autorità regionale competente e autorizzante e che finalmente dalla Regione Toscana, più precisamente dagli organi tecnici (sia mai dalla parte politica), sia arrivata una presa di posizione che non lascia dubbi: Csai deve rendere conto delle attuali criticità ambientali emerse nel procedimento. Csai dovrà rispondere di quello che per anni si è sempre rifiutata di fare, anche se gli è stato concesso di addurre colpe a fantomatici effetti naturali, attività pregresse o soggetti come le povere lavandaie che smacchiano i panni con la trielina che va a finire proprio sotto la discarica".
"Ci rincuora sapere che anche all'interno della Regione i funzionari e le agenzie che operano correttamente ci sono. Per noi al momento è già una garanzia, in attesa di una parola semmai arrivasse da chi governa la regione – continua il comitato vittime podere Rota – basterebbe la voce autorevole del presidente Giani o dell'assessore Monni, se solo volessero esprimersi. C’è la possibilità che la procedura PAUR venga sospesa fino almeno a quando non si sia fatta chiarezza sulle responsabilità delle criticità ambientali attuali".
"Fa scalpore ma in realtà è quanto deve essere fatto, dato che è previsto dalle normative, come chiesto a gran voce da tutti gli osservanti, ma che purtroppo non sembra ancora scontato. Il comitato ritiene che i cittadini valdarnesi abbiano già assistito a questo teatrino di rimbalzi di responsabilità. In effetti anche 10 anni fa, fu concesso l’ampliamento con una procedura durata ben tre 3 anni; si’ perché tanto ci volle per trovare il modo di concedere a tutti i costi l’ampliamento , nonostante fossero presenti gli stessi elementi di oggi".
Il Comitato conclude: "Gli elementi che oggi emergono nelle relazioni degli Enti di controllo, sono gli stessi che abbiamo presentato nelle molteplici osservazioni e anche esposti alla procura. Il nostro lavoro e il nostro impegno, in questi lunghi 12 anni, è servito a rendere evidente ormai l’incompatibilità di questa discarica con il nostro territorio e a far assumere a ciascuno le proprie responsabilità a partire dai Sindaci della vallata fino agli Enti regionali. Adesso basta, che la verità venga a galla e che il territorio sia bonificato. Chi non si assumerà le proprie responsabilità sarà chiamato a renderne conto!!”