30, Giugno, 2024

“L’acqua di San Giovanni”: storia e usanze della misteriosa tradizione della notte del 23 giugno

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La notte di San Giovanni, ovvero quella tra il 23 e il 24 giugno, è da sempre considerata piena di magia e mistero. Secondo la tradizione, prima dello scoccare della mezzanotte del 24 giugno è usanza preparare un’acqua particolare per scongiurare la sfortuna e il male.

La tradizione della preparazione dell'”acqua di San Giovanni” proprio in questa notte ha radici storiche antiche. Il 24 giugno è il giorno in cui viene celebrato San Giovanni Battista, quindi evidente il richiamo al ruolo salvifico e purificante dell’acqua e, metaforicamente, al sacramento del battesimo cristiano. Non a caso, poi, in questo periodo si aprono le porte all’estate, a un momento di prosperità della natura. Ai tempi, venivano anche eseguiti riti e preghiere per scongiurare eventuali siccità e tempeste, che avrebbero potuto causare danni ai raccolti. La preparazione dell’acqua di San Giovanni, con il passare degli anni, ha assunto un particolare ruolo nell’attrarre ricchezza, fortuna, amore a chi la prepara e la mattina del 24 ci si lavi mani e viso.

La notte di San Giovanni ha, in realtà, anche una diversa chiave di lettura, più mistica ed esoterica. La celebrazione cristiana si è innestata su una tradizione pagana risalente circa al periodo celtico, per la celebrazione della natura al solstizio d’estate.  Da molti chiamata “la notte delle streghe” perchè proprio in questa notte esse si dedicavano ai loro riti e alla raccolta di erbe per le loro pozioni. In Italia, ancora oggi, in qualche territorio si festeggia questa notte con delle feste paesane. In entrambe le tradizioni, nella notte di San Giovanni si prepara la famosa acqua, che solamente in questa sera assume poteri magici specie nei confronti delle donne.

Come si prepara esattamente questa prodigiosa acqua? Da molti chiamata anche “la rugiada degli dei”, essa va preparata la sera del 23 giugno e va lasciata in infusione fino alla mattina seguente. In una bacinella d’acqua vanno così inseriti, ad esempio: l’iperico (detto anche “Erba di San Giovanni”), che fiorisce proprio attorno al 24 giugno, un’erba definita  “scacciadiavoli”, infatti la leggenda vuole che abbia la capacità di scacciare gli spiriti malvagi; la lavanda; la malva; la verbena; il rosmarino; la menta; la salvia; la camomilla; la passiflora e il fiore di sambuco. In genere, all’interno dell’acqua di San Giovanni si mettono dei fiori o delle erbe che crescono spontaneamente in questo periodo, quindi reperibili facilmente. La tradizione vuole, infatti, che le erbe debbano essere colte la sera stessa del 23, dopo il tramonto, per poi essere messe subito in infusione.La selezione di fiori ed erbe, in realtà, deve essere spontanea: ognuno può scegliere cosa usare, dal papavero alla margherita, ma l’importante è che fiorisca ora.

Dopo la raccolta notturna, tutti i fiori e le erbe vanno messi in una bacinella d’acqua e lasciati a mollo all’aperto tutta la notte di San Giovanni. Importante è lasciare la bacinella all’aperto, proprio perchè, secondo tradizione, in questo modo anche la rugiada del mattino può essere assorbita. La cerimonia termina la mattina seguente, con il lavaggio della mani e del viso con questa acqua profumata. Lavarsi con essa è un gesto di purificazione e rinascita, che dovrebbe portare amore, fortuna e salute nei mesi seguenti.

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