Al THiNK Festival, nell’ultima mattinata dedicata al mondo digitale, è stato trattato un tema molto attuale, Le donne nella rivoluzione tecnologica.Empowerment 4.0. Opportunità future, problematiche sociali, possibili soluzioni gli argomenti affrontati al Teatro Garibaldi durante l’incontro con delle protagoniste del settore.
Giulia Mugnai, Sindaco di Figline Valdarno, è stata una delle protagoniste dell’intervento incentrato sulle “Donna 4.0”. “Come quando il maestro Alberto Manzi insegnava in televisione l’italiano agli italiani, anche oggi ci sarebbe il bisogno di avere qualcuno che insegni il nuovo linguaggio digitale”, afferma il Sindaco. Da subito, emerge il tema del “gender gap“, che il Sindaco riporta anche a livello comunale con “l’urbanistica di genere”. Tema molto interessante che evidenzia come a livello di progettazione urbanistica sia presente l’impronta maschile e non inclusiva.
Gabriella Campanile e Rebeca Gomez Tafalla riportano l’esperienza di “Donne 4.0”, Associazione che mira a “superare il gender gap grazie alle tecnologie digitali”. Il tema fondante del dibattito è stato, infatti, confrontare le tendenze sociali che hanno dominato, e dominano tutt’ora, le donne soprattutto a livello lavorativo di un tempo e quello attuale, dove il digitale è diventano un aspetto imprescindibile della nostra vita. Gabriella Campanile riporta delle statistiche significative: “Ad oggi, solo il 22% delle ragazze si approccio alle materie STEM perché si ritengono poche adatte. Ma perché le ragazze continuano a sentirsi inadatte? Perché si parla di questione di genere? Assurdo pensare che, in una recente statistica, l’Italia sia solo al 63 esimo posto sui 146 totali, dietro la Zambia e l’Uganda. Ma anche che le donne in Italia nel mondo del lavoro sono il 51,9%, rispetto alla percentuale europea 65%. Ciò vuol dire che una donna su due non lavora. Ma l’aspetto che va tenuto conto è che non c’è una risposta rispetto alla crescente richiesta di domanda di mercato. La risposta che noi “Donne 4.0” vogliamo ci siamo date è che non c’è ancora in Italia la propensione di “cogliere l’opportunità”. Si è creato, purtroppo, stratificato in anni e anni, uno stereotipo di donna legato alla formazione umanistica. L’origine della nascita di “Donne 4.0”, fondata nel 2021, è legata a questo problema: molte ragazze che da piccole si avvicinano al mondo tecnologico, spesso verso le superiori abbandonano l’idea. Il problema di fondo, è emerso durante la tavola rotonda, è quindi sociale.
L’altra componente di “Donne 4.0” che è intervenuta è stata Rebeca Gomez Tafalla, A.D. Polo Lionello Bonfanti: “Quando ho conosciuto Daria Magini di “Donne 4.0” mi ha affascinato la sorellanza all’interno dell’Associazione. Una solidarietà per sconfiggere le differenze fra uomo e donna e creare un mondo migliore. Con Daria Magini abbiamo capito che dovevamo lavorare assieme a livello internazionale, come il digitale può superare il “gender gap”. Siamo partiti per la Colombia e abbiamo iniziato a creare delle community, che oggi si creano digitalmente, ecco la sua potenza. Sostenere le donne che non hanno voce, come è successo in Iran poco fa. Di concreto, portiamo avanti in un territorio molti progetti soprattutto a livello delle scuole: per le ragazze della quarta superiore, quelle che devono riflettere sul proprio futuro. Le aiutiamo a conquistare delle conoscenze lavorative, ma quello che mi colpiva di più è che molte ragazze e non si sentivano mai adeguate nel mondo della tecnologia“.
Molto interessanti gli interventi di due donne, Carla Castro e Giulia Ursenna Donati, che riportano le loro esperienze nel mondo tecnologico. La prima, Carla Castro, nel 2018 ha deciso di aprire una pagina Facebook, le “WIC-Woman In Charge”, per creare a Firenze “una comunità di donne”. Dal sostegno, alla ricerca di un lavoro, questa rete di donne è cresciuta velocemente da subito, arrivando nel giro di tre mesi a 25 000 membri. Carla Castro: “Funziona molto bene il gruppo su Facebook, quindi ho il progetto di aprirne altri. Vorrei avere la mia propria piattaforma, dove all’interno di esso le donne possono sviluppare i loro progetti. La volontà è quella di collegare ogni donna dei gruppi anche tramite conferenze ed eventi per aiutare le donne a crescere a 360 gradi”.
Infine, l’esperienza di Giulia Ursenna Donati, che ha deciso di mettersi in proprio fondando la propria Agenzia di comunicazione. “Sono cresciuta vicina alla tecnologia e mi sono sempre sentita “una privilegiata” perché nella mia famiglia non ho mai pensato di valere meno. Quando ho iniziato a lavorare, sottopagata, e mi veniva detto “lo chiedo al collega oppure fammi parlare con il tuo capo prima” mi sono resa conto che tanto privilegiata non lo ero. Ho così deciso di buttarmi in questo mondo tecnologico e anche se è difficile, ho scelto la strada della mia felicità”.