23, Dicembre, 2024

Treno fermo in stazione ad agosto, arrivati i risultati delle analisi: era carico di rifiuti pericolosi stipati su container non idonei

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Sono arrivati i risultati delle analisi disposte dalla Procura di Arezzo sul treno che, lo scorso mese di agosto, rimase bloccato nella stazione di San Giovanni. Si trattava di un convoglio ferroviario con 16 carri merci, ognuno con 2 container carichi di rifiuti speciali, partito dalla Campania e diretto in Austria: ma la sua fermata, per un problema tecnico, portò a diffusi e incontrollati sversamenti di rifiuti liquidi e a cattivi odori, anche molto molesti, tanto da essere avvertiti da tante persone che vivono e lavorano intorno alla stazione.

Fu per questo che il Comune di San Giovanni chiese l’intervento dell’Arpat di Arezzo e della Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri della Procura di Arezzo i quali, a seguito di un primo sopralluogo, vista la gravità della situazione, misero sotto sequestro il convoglio con l’obiettivo di compiere successive verifiche per accertare la reale natura del rifiuto trasportato, e le ragioni che avevano indotto RFI a consentire l’utilizzo della propria linea da parte di un treno in così precarie condizioni.

Il 4 agosto, dopo alcuni giorni di stallo, il carro merci fu quindi trasferito dalla Stazione di San Giovanni all’interporto di Maddaloni Marcianise presso il quale il Dipartimento Arpa Campania, insieme ai Carabinieri Forestali di Caserta, hanno eseguito degli accertamenti tecnici disposti dalla Procura di Arezzo al termine dei quali veniva riscontrato che i containers non erano omologati ed idonei al trasporto di rifiuti, ma anche che i rifiuti caricati non corrispondevano, per tipologia e caratteristiche, a quelli dichiarati nei documenti utilizzati dal produttore e dal trasportatore; in particolare il rifiuto, che era stato indicato come non pericoloso e stabilizzato, è invece risultato pericoloso, non stabilizzato e non idoneo al trasporto né smaltibile in discarica per l’elevata concentrazione di metalli pesanti.

La mancata bio-stabilizzazione del rifiuto, è emerso dalle analisi, è stata senz’altro la principale causa delle forti emissioni odorigene che per giorni si sono avvertite a San Giovanni. Tale situazione è potuta emergere grazie al lavoro della Polizia Giudiziaria e alle successive indagini disposte della Procura di Arezzo che hanno permesso di portare alla luce una realtà ben lontana da quella raccontata agli organi di controllo al momento del fatto, e di interrompere un trasporto pericoloso per la salute dell’uomo e l’ambiente.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

Articoli correlati