All’indomani del convegno che ha ricordato i 20 anni dall’apertura dell’Ospedale del Valdarno, il sindaco di Montevarchi Silvia Chiassai Martini torna a ribadire quali sono, a suo avviso, le priorità per il futuro. “Abbiamo ricordato uno storico evento facendo doverosamente, un bilancio di quanto accaduto in questo arco di tempo. Nonostante la grande professionalità, il lavoro quotidiano di medici, infermieri, operatori sanitari per rendere la nostra struttura un’eccellenza, è mancata la volontà con specializzazioni, servizi, personale e risorse degne di un Ospedale nato con questa prospettiva, oggi ancora disattesa, pur essendo punto di riferimento obbligato anche per il Valdarno fiorentino”.
“Purtroppo, a distanza di 20 anni dall’inaugurazione e con un’emergenza sanitaria appena trascorsa, sembra che il tempo non sia passato per i vertici regionali della politica – continua Chiassai – abbiamo definito eroi medici ed infermieri, perché hanno lottato senza risparmiarsi ogni giorno per la vita delle persone, senza poi dare alcun significato alle parole, tant’è che la difesa della sanità pubblica rimane un annuncio privo di concretezza, nel Valdarno come nel resto della Toscana. Il nostro ospedale ha bisogno di risorse umane in grado di rendere operativi e funzionali i nostri reparti, invece il comparto sanitario continua ad essere ridotto allo stremo, con turni massacranti per rispondere alle numerose esigenze della popolazione, aumentate da quando è stato scelto di chiudere il Serristori”.
“Da Sindaco – aggiunge – continuo a ricevere segnalazioni dei cittadini e solleciti da parte dei sanitari per risolvere urgentemente le criticità che si manifestano quotidianamente nel nostro Ospedale, a cui manca ancora una programmazione e una strategia di lungo termine. È purtroppo evidente che manca la volontà della Regione Toscana, nonostante il riconoscimento del 1° livello che ha concesso proprio in campagna elettorale nel 2020, che da quell’annuncio non ha assolutamente dimostrato con i fatti di voler garantire l’attuazione di quella scelta, dimostrando un’intenzionale inerzia che ci sta facendo scivolare sempre più in una condizione di ospedale ‘minore'”.
Chiassai poi focalizza l’attenzione sulla maternità: “Un altro segnale preoccupante proviene dal punto nascita alla Gruccia che è un servizio importante per il Valdarno, la cui esistenza è garantita se viene rispettato il numero minimo di 500 parti all’anno. Inspiegabilmente, la vasca per il parto in acqua non funziona dal mese di giugno costringendo a non accogliere le richieste di decine di mamme in questi mesi, perché questa opportunità che non si trova in altre strutture ospedaliere della provincia, attrae oltre 100 partorienti all’anno. Da Sindaco e da donna ritengo questa situazione molto grave e non voglio pensare che la mancanza di un pronto intervento sulla vasca sia finalizzato a diminuire i numeri della Maternità nel nostro Ospedale per giustificare una chiusura del servizio per gli accessi in calo. L’indebolimento degli ospedali avviene progressivamente attraverso il depotenziamento dei servizi”.
“Richiedo con forza – conclude Chiassai – una doverosa attenzione per il nostro Ospedale in un momento storico delicato come questo, in cui si deve rispondere al diritto di cura e ai bisogni di un bacino di utenza che supera il confine di area vasta andando a coprire oltre 100mila abitanti. La scelta del ‘gigantismo’ sanitario con le aslone è stata deleteria, producendo un impoverimento progressivo del servizio sanitario, con i cittadini costretti a sostenere sulle proprie spalle il peso delle cure, spesso sostenendo anche il disagio degli spostamenti e delle difficoltà organizzative. Lo ripeto da anni, il potenziamento della sanità territoriale viene raggiunto principalmente garantendo l’efficacia e l’efficienza dei servizi ospedalieri, con personale e risorse adeguate, che fanno da traino a tutto il resto. L’obiettivo del nostro Ospedale, dopo 20 anni, non può definirsi concluso se la Regione non effettuerà gli investimenti necessari, con un piano mirato concreto in modo da offrire quei servizi adeguati alla classificazione di 1° livello che ad oggi mancano. Non siamo a festeggiare un traguardo, ma stiamo facendo un punto della situazione e a chiedere un deciso cambio di marcia, affinché l’ospedale possa essere un efficiente punto di riferimento per il territorio”.