Il borro del Quercio, il corso d’acqua che nasce sui rilievi collinari al confine tra i comuni di San Giovanni e Montevarchi e arriva all’altezza della Gruccia prima di confluire nell’Arno, in futuro farà meno paura: è pronta infatti una prima soluzione per difendere dalle conseguenze delle piene dell’Arno l’Ospedale del Valdarno ma anche la campagna circostante. Sarà realizzata dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, con finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Toscana.
Il progetto esecutivo c’è già: non si interverrà sugli argini, perché i finanziamenti ottenuti non sarebbero bastati, ma sull’opera idraulica dove il Fosso Reale si immette nel Borro del Quercio. Le procedure necessarie per l’apertura del cantiere sono in corso. Tra qualche mese, quindi, il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno potrebbe avviare i lavori strutturali sul tratto terminale del corso d’acqua: un’area a rischio, che in occasione delle piene più importanti dell’Arno è soggetta a significativi fenomeni di rigurgito. Ogni volta questi eventi procurano danni e disagi, a partire proprio dall’area su cui sorge l’ospedale del Valdarno che, insieme ai campi che si sviluppano in sinistra idraulica, finisce sott’acqua.
La situazione è complessa e da tempo oggetto di attenzione da parte del Consorzio di Bonifica e degli amministratori comunali, consapevoli della necessità di mettere in sicurezza una zona tanto importante, accanto alla quale passa un tratto della Sr69 oltre alla pista ciclabile che unisce il presidio ospedaliero al territorio sangiovannese.
Il finanziamento è arrivato con l’Ordinanza del Commissario Delegato n. 79 del 2021, con cui vengono affrontate e risolte alcune criticità idrauliche, emerse con evidenza in seguito agli intensi eventi meteorologici, che hanno colpito la Toscana e il Valdarno, il 3 novembre 2019. La dotazione finanziaria è di 300 mila euro: una cifra che è consistente ma comunque non sufficiente per risolvere tutte le problematiche del corso d’acqua. Per questo, prima di intervenire, si è resa necessaria una approfondita analisi della situazione e la valutazione di diverse ipotesi progettuali, in modo da individuare la soluzione più efficace, realizzabile con l’importo disponibile.
Da qui, dunque, la decisione di realizzare un nuovo manufatto di immissione, in corrispondenza dell’ingresso nel Borro del Quercio del Fosso Reale, cioè il corso d’acqua proveniente dalla zona dell’ospedale. “Il manufatto di immissione, in corrispondenza del punto in cui il Fosso Reale drena le acque da tutta la zona valliva circostante, non riesce più a svolgere la sua funzione. Ripristinarne la piena funzionalità servirà ad evitare che le piene in Arno causino un rigurgito nel Borro verso la zona dell’ospedale, mitigando il rischio di allagamento del parcheggio circostante”, ha spiegato il Direttore Generale Francesco Lisi.
“Fermo restando il fatto che l’area necessita di una soluzione complessiva che dovrà comprendere anche il rifacimento arginale – ha aggiunto la Presidente del Consorzio, Serena Stefani – abbiamo condiviso con il comune la volontà di utilizzare le risorse disponibili per sistemare la criticità più importante. Studi tecnici alla mano, ci hanno confermato che investire il finanziamento per sistemare solo una porzione dell’argine del Borro avrebbe prodotto risultati meno apprezzabili”.
“Abbiamo cominciato a lavorare sul rischio idraulico fin dal nostro insediamento allo scopo di mettere in sicurezza il territorio ma anche per potenziare la capacità di sviluppo e di crescita, in termini urbanistici, del nostro Comune – ha dichiarato Valentina Vadi, sindaco di San Giovanni – poiché intervenire sul reticolo idrografico è molto costoso, abbiamo puntato sin da subito sulle progettazioni con cui, poi, reperire finanziamenti regionali e statali, in una collaborazione stretta con la Regione Toscana, il Consorzio di Bonifica e l’autorità di bacino. I risultati, in tre anni, non sono stati pochi. All’intervento principale sull’Arno, con la realizzazione della massicciata spondale nel tratto compreso tra Ponte Ipazia e Ponte Pertini, sono seguiti l’intervento di contenimento della frana spondale nel tratto di Arno davanti allo Stadio, la progettazione per un intervento analogo tra Ponte Ipazia e la IVV, i contributi per la progettazione su Borro al Quercio dal Dods 2022, i finanziamenti della Protezione Civile Regionale per i lavori che vedono sempre il Consorzio di Bonifica come ente attuatore”.
“Per questo ultimo intervento il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno ha ultimato la progettazione esecutiva ed entro l’estate si aprirà un nuovo cantiere su Borro al Quercio per un importo di 300 mila euro, che renderà le aree limitrofe più sicure da forti piogge ed esondazioni. Come Amministrazione comunale stiamo completando, dal canto nostro, le progettazioni sul Borro a Quercio nel suo complesso, sul Vacchereccia, sul tratto dell’Arno compreso tra Ponte Ipazia e l’IVV e nei prossimi giorni cercheremo di avere dalla Regione Toscana il supporto economico-finanziario necessario perché questi interventi si realizzino concretamente. Lavorare sul rischio idraulico e sulla messa in sicurezza idraulica del territorio è importante per una amministrazione comunale perché significa investire sul futuro, ma non è pensabile di realizzare gli interventi, molto onerosi, con il solo bilancio dell’Ente. Da qui la necessità che la Regione Toscana e il Governo supportino gli enti locali. Ringrazio il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno, il presidente, Serena Stefani, il direttore, Francesco Lisi, tutto lo staff di progettazione per l’efficace e produttiva collaborazione che hanno con il Comune di San Giovanni”, ha concluso il sindaco Vadi.
Adesso si attende dell’autorizzazione idraulica e dell’esecuzione delle procedure necessarie per consentire l’intervento che dovrebbe iniziare a prendere forma a fine estate.