27, Dicembre, 2024

Agricoltura sociale nel Valdarno: i risultati raggiunti dalla rete sociale di Koiné

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Ripartire dalla coltivazione, per offrire opportunità di lavoro e crescita a persone con varie difficoltà, ma anche per combattere l’abbandono di territori più svantaggiati. È questo il senso dei 5 laboratori di agricoltura sociale in Valdarno, i cui risultati sono stati presentati stamani. Le attività si sono svolte presso l’aia di Ramarella, gestita da Koinè e presso l’azienda agricola Paterna. Coinvolti anche i comuni di Laterina Pergine, Loro Ciuffenna e Terranuova Bracciolini.

Il progetto di agricoltura sociale in Valdarno, nell’ambito del Programma di sviluppo regionale toscano, è stato realizzato dalla cooperativa Koinè, in qualità di capofila, dalla cooperativa sociale Betadue, dalla cooperativa Paterna, dalla Società agricola Riofi e dai tre Comuni valdarnesi.

I protagonisti del progetto: 5 giovani con disturbi dello spettro autistico e 22 persone svantaggiate, 11 al di sotto dei 40 anni e altrettante al di sopra.

Grazia Faltoni Direttrice dei servizi Koinè: “L’agricoltura sociale non sia più un’attività marginale ma stia assumendo un ruolo fondamentale per il raggiungimento di importanti obiettivi. accrescere il grado di coesione sociale dei territori; favorire la diversificazione dell’attività agricola e la messa in rete di imprese agricole del territorio anche con altri soggetti della società locale; creare nuove attività e servizi capaci di costituirsi come progetti d’impresa per rispondere ai nuovi bisogni sociali e generare opportunità di inclusione lavorativa e sociale di soggetti svantaggiati”. “L’insieme di queste esperienze testimonia la stretta relazione tra i percorsi di agricoltura sociale e quelli per contrastare la marginalizzazione delle aree interne, montane e rurali della regione e del nostro territorio.

Nonostante il difficile periodo della pandemia, sono stati attivati 5 laboratori di agricoltura sociale rivolti a soggetti svantaggiati, presso l’aia di Ramarella, gestita da Koinè e presso l’azienda agricola Paterna. “A Paterna ci sono state due edizioni. La prima tra settembre 2020 e aprile 2021 per una durata complessiva di 8 mesi”, ricorda Sauro Testi Responsabile del progetto Koinè, “Le attività hanno previsto due incontri settimanali della durata di 4 ore ciascuno. Le attività sono state di viticoltura e olivicoltura e semi antichi. Presso l’aia di Ramarella sono state realizzate complessivamente tre attività laboratoriali che hanno interessato l’orticoltura e i grani antichi”. Inoltre, per ciascuna persona coinvolta nei progetti, sono state fatte delle schede di valutazione, progetti personalizzati e schede di verifica compilate dai tutor e gli assistenti sociali di riferimento.

L’agricoltura sociale, e il suo sviluppo, sono legati alle reti che si creano in un territorio, ma anche all’entrata dei prodotti nel settore alimentare. Fondamentale in quest’ultimo aspetto, è la cooperativa sociale Betadue con i suoi marchi Tuttigiorni e Tuttibuoni. Simone Cipolli Responsabile innovazione di Betadue: “Al centro della nostra offerta ci sono proprio i prodotti del territorio, in prevalenza freschi e con materie prime DOP, IGP e biologiche provenienti dal Valdarno e dalla filiera dell’agricoltura sociale. Sono prodotti che noi portiamo in mense scolastiche, mense di comunità ed esercizi pubblici, coinvolgendo aziende agricole locali e le cooperative sociali di inserimento lavorativo. La qualità delle derrate utilizzate per la preparazione dei prodotti è alla base della qualità del servizio. La selezione dei fornitori, la loro qualifica e il controllo continuo della qualità è un aspetto centrale nel modello Tuttigiorni il cui format è attento non solo alla qualità organolettica e nutrizionale dei prodotti ma anche alla qualità integrata e partecipata, consapevole e responsabile, dell’intero processo produttivo”. Anche nel solco di questo progetto nel 2020, Betadue ha dato vita insieme Terzo Cerchio srl a Tuttibuoni, una startup dedicata alla food innovation che opera nell’ambito della ristorazione rigenerativa, dello street food, della gestione di ristoranti ed esercizi pubblici.

Altri protagonisti, i comuni coinvolti nel progetto di Laterina Pergine, Loro Ciuffenna e Terranuova Bracciolini. Moreno Botti Sindaco di Loro Ciuffenna: “Quando non sai come risolvere un problema, osserva come l’ha risolto la natura i percorsi di agricoltura sociale avvicinano le persone a sé stesse e le rendono protagoniste, usando lo stesso materiale che la natura usa ogni giorno: la semplicità. Questo progetto ha dimostrato che quando più comunità agiscono e pensano da comunità, ogni diversità diventa “semplicemente” una ricchezza, e la ricchezza si tramuta in economia pulita, che a sua volta genera esempi positivi”. Anche Sergio Chienni Sindaco di Terranuova era presente: “Con questo progetto non è stata solo data una possibilità d’impiego ma l’intervento ha il merito di aver offerto un’esperienza di vita, formazione e crescita personale. Per le persone coinvolte è stata l’occasione per esplorare nuove opportunità, vedere i risultati del proprio lavoro ed entusiasmarsi per gli obiettivi raggiunti. Un ringraziamento dunque alle realtà cooperative che hanno lavorato al progetto promuovendo azioni di inclusione sociale e lavorativa”. Infine, l’intervento di Simona Neri Sindaco di Laterina Pergine: “Questo dell’aia di Ramarella è un percorso che ho visto nascere, l’ho visto evolvere con progetti finalizzati alla salvaguardia della biodiversità, alla diffusione della conoscenza del territorio, all’accoglienza dei bambini, alla creazione di reti alimentari sempre più complesse. Tramandare, trasferire, consegnare: come nella perfetta tradizione contadina Ramarella è un luogo di recupero di tradizioni, di mansioni, di semi antichi da trasportare nel tempo e conservare, recuperare con nuove scommesse e mezzi. Vedere il germoglio che nasce dal seme piantato dalla propria mano, il frutto del proprio lavoro che produrrà guadagno ma anche un circuito di relazioni, è un’esperienza fortissima per tutti. E sicuramente l’ambiente collaborativo, amichevole, mai frenetico e solidale che si respira a contatto con lo staff di Koinè, gli operai dell’azienda, gli animali, è davvero il punto di partenza per un percorso di integrazione. Quindi grazie per aver scelto di dare l’opportunità al mio territorio di ospitare e di piantare questo seme che sta germogliando”.

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