Il caso legato al pensionamento di 3 medici di famiglia, avvenuto a marzo: i pazienti sono stati riassegnati ad altri medici, superando in deroga il massimale, in attesa delle sostituzioni. “Non solo in alcuni casi si superato anche il numero di deroga, ma si generata una situazione per cui ora si dovranno mandare via i pazienti dopo sei mesi”, la denuncia
Medici con il numero di pazienti oltre al massimale, in deroga per coprire il pensionamento di ben tre dottori di famiglia: succede in Valdarno fiorentino. E la soluzione, seppur temporanea, di sforare il normale massimale (autorizzata dalla Regione e applicata dalla Asl Toscana Centro) diventa un 'caso': a denunciarlo il dottor Carlo Alberto Capanni, medico di medicina generale operante nel comune di Figline e Incisa da 41 anni, che in una lettera firmata spiega quali sono, a suo avviso, le problematiche che sono sorte in questo momento per i medici e i pazienti del Valdarno fiorentino.
"Questo caso riguarda proprio la gestione dei pazienti della nostra ASL – scrive il dottor Capanni – in data 24.2.2021 noi medici del territorio riceviamo una mail dell'Azienda sanitaria dove si legge che, allo scopo di gestire una criticità assistenziale dovuta al pensionamento di ben tre medici (tra parentesi, tutti massimalisti e cioè con un numero di assistiti di circa 1500 unità per ognuno) veniva deciso un aumento temporaneo del massimale stabilito dai normali1500 pazienti a 1700. Ora io mi chiedo, da operante nel settore ma anche come cittadino di questo comune, come mai questa notizia che ci coglie come minimo abbastanza impreparati venne riportata solo il 24 febbraio mentre si sapeva che i colleghi sarebbero andati in pensione il primo di marzo? E ancora, chi ha richiesto l’autorizzazione dalla Regione Toscana senza che noi medici ne fossimo a conoscenza se non all’ultimo momento? E poi, chi ha fornito questa autorizzazione?".
"Vorrei conoscere i nomi e cognomi di coloro che hanno preso queste decisioni che mi lasciano quanto meno sconcertato, anche perché si parla di un periodo di aumento temporaneo del massimale di non oltre i sei mesi e pertanto, alla scadenza di questi fatidici sei mesi, chi decide quali pazienti dovranno essere per così dire “dissuasi” dal medico che li ha a questo punto solo temporaneamente come assistiti? Chi sceglie questi inermi cittadini dicendo loro che, dopo essere stati assegnati a un medico, dopo un periodo di un semestre appena sufficiente per una fattiva conoscenza reciproca lo devono lasciare? Su questo non ci sono dubbi – sottolinea il dottor Capanni nella sua lettera – lo devono lasciare, altrimenti si incorre in una inosservanza contrattuale delle norme che regolano la convenzione".
"Molto probabilmente questa penosa incombenza toccherà proprio al medico da loro nominato senza che i funzionari della ASL debbano dare nessuna spiegazione, e questo è un fatto che senza dubbio comporta una pessima gestione dei pazienti dovuta anche e soprattutto ad un aumento spropositato del lavoro di alcuni colleghi. Altro fatto se possibile ancora più grave, in quanto inaspettato: nella cosiddetta “spartizione” dei pazienti non è stato neppure rispettato il numero di scelte elevato ben oltre il massimale di 1700 pazienti! Sono certo di quanto affermo e me ne assumo ogni responsabilità, sul fatto che alcuni colleghi si sono trovati con un numero di pazienti in carico che superava abbondantemente le 1800-1900 unità senza che coloro che dovevano attribuire le scelte si fossero neppure minimamente degnati di verificare come fosse stato raggiunto e superato il limite di legge".
"E non si adduca la scusa che la volontà di scelta del paziente è sacra, se così fosse lascino pure il massimale libero e non si dica però che poi sarà riportato alla soglia dei canonici 1500 passati sei mesi! Termino questa lunga digressione chiedendomi soltanto se noi tutti, pazienti e medici del territorio, si debba continuare a subire le angherie e i soprusi da parte di chiunque ritenga di poter esercitare una forma di costrizione e predominio. Io non sono tra questi", si chiude la lettera del dottor Capanni.
Un 'caso' che vede anche la politica scendere in campo: il coordinatore di Forza Italia di zona, Rodolfo Piccardi, commenta infatti: “La posizione di Forza Italia nella vicenda che vede una situazione di grave squilibrio derivata dal pensionamento di 3 medici a Figline, lascia perplessi sia circa le modalità di individuazione del personale specialistico (medici) sia della circostanza che siano stati assegnati pazienti ad alcuni medici in numero superiore ai 1700 previsti, tralasciando altri con un numero di pazienti addirittura inferiori a 900 unità. Tutto questo genera un gravissimo disservizio per tutti coloro che devono ed hanno diritto all'assistenza sanitaria e, nello stesso tempo, per gli operatori al fine di evitare un eccessivo dispendio di energie dovuto all'assegnazione di un numero superiore di unità rispetto alle 1500 previste. Forza Italia si fa pertanto portavoce di una grave situazione che, qualora dovessero ripetersi gli eventi dell'anno 2020, creerebbe un caos senza proporzioni".
Forza Italia "invita pertanto la direzione sanitaria della ASL Toscana Centro, in primo luogo, a controllare se tutti i medici disponibili nel Valdarno sono stati interessati da questo evento (che peraltro doveva essere previsto ma, come al solito, non coltivato) e, in secondo luogo, data la scadenza prossima del mese di settembre, a trovare una soluzione che dia luogo ad un miglioramento dell'attuale assistenza sanitaria stessa, nonché a togliere un peso insostenibile ai medici ai quali sono stati affidati, mi si dice, anche 1900 pazienti", conclude Piccardi.