Abolizione del vincolo sportivo, considerare gli atleti dilettanti come lavoratori iscritti alla gestione separata Inps e iva obbligatoria sulla attività rese ai soci i punti indigesti
In questi giorni il Ministro dello sport Vincenzo Spadafora ha illustrato i cinque decreti approvati in Consiglio dei ministri che fanno parte di un piano più ampio di riforma dello sport, solo che alcune novità hanno scontentato un po' tutti e varie federazione hanno mosso delle critiche.
La prima è relativa all'abolizione del vincolo sportivo, rapporto giuridico che lega, in conseguenza al tesseramento, un giocatore un club in forza del quale l'atleta si obbliga a svolgere la propria attività agonistica esclusivamente con la società con cui è tesserato, non potendo senza il consenso di quest’ultima, giocare con altri fino all'eta in cui tale vincolo scade (diversa a seconda delle varie discipline).
Non piace la parte sul lavoro sportivo, la quale prevede che le società devono considerare i loro atleti dilettanti come lavoratori iscritti alla gestione separata Inps, con un aggravio di costi. Altro elemento oggetto di contestazione l'abolizione della norma che stabilisce l’esonero dall’iva delle attività rese dalle associazioni sportive nei confronti dei soci e tesserati, introducendo obblighi di fatturazione e registrazione.