Da Slow Food Valdarno è arrivata una posizione decisamente contraria alla coltivazione di noccioleti sul territorio, come proposto da Ferrero. Ma Confagricoltura respinge le critiche al mittente
"La sostenibilità è la chiave per costruire l'agricoltura di domani: ne siamo pienamente convinti e crediamo che sia la leva principale da attivare per favorire il ricambio generazionale e l'efficacia economica delle nostre aziende agricole". Così Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana, replica alle osservazioni avanzate dalla Condotta Slow Food del Valdarno in merito al progetto promosso dall'associazione e da Ferrero per destinare 500 ettari di terreni alla coltivazione delle nocciole.
Secondo il presidio valdarnese di Slow Food, infatti, questo progetto metterebbe a rischio la biodiversità e l'ambiente nel suo complesso. Una posizione assolutamente non condivisa da Confagricoltura Toscana, come spiega ancora Neri: "Non c'è alcuna evidenza del fatto che l'impianto dei noccioleti nei termini previsti dal nostro accordo con Ferrero possa mettere a rischio l'ambiente. C'è evidenza del contrario, cioè del fatto che i nostri produttori avranno garantito l'acquisto di una elevata percentuale di prodotto ad un prezzo preventivamente concordato".
Il presidente di Confagricoltura regionale ribadisce i principi portati avanti dall'associazione di categoria, che "ruotano proprio attorno ai concetti di innovazione e sostenibilità. Gli imprenditori agricoli sono i primi a sapere che l'ambiente va rispettato, perché dalla sua tutela traggono il proprio sostentamento. E siamo i primi a riconoscere nella sostenibilità l'arma da usare per far entrare i giovani nelle aziende e per garantire una sufficiente redditività delle nostre attività. La sostenibilità ambientale, economica e sociale è il nostro principale obiettivo. Ci lascia a dir poco perplessi chi pretende di subordinare la libertà di impresa non alla reale tutela dell'ambiente, ma a prese di posizione ideologiche e prive di riscontri oggettivi".