23, Novembre, 2024

Il “Capitano Ultimo”, simbolo della legalità, ha incontrato gli studenti dell’Isis Varchi

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L’incontro organizzato dall’Istituto di Montevarchi si è tenuto all’auditorium comunale. Presenti gli studenti delle terze, quarte, quinte e il sindaco Silvia Chiassai Martini, rappresentanti dell’arma e della guardia di finanza locali

 

E' stato accolto con l'Inno di Mameli il "Capitano Ultimo", vero nome di battaglia del colonnello dei carabinieri Sergio De Caprio, montevarchino di nascita, che il 15 gennaio del 1993 arrestò il boss dei boss Totò Riina. Conosciuto in maniera particolare per questa eccellente operazione, sfociata anche in un film con il ruolo dell'ufficiale dell'Arma interpretato da Roul Bova, "Ultimo" è diventato il simbolo della legalità e della lotta a ogni forma di ingiustizia e criminalità per la lunga lista di risultati ottenuti nel corso della sua carriera. All'auditorium comunale di via Montevarchi l'Istituto Isis Varchi ha organizzato un incontro al quale hanno preso parte gli studenti delle terze, quarte, quinte classi, il sindaco Silvia Chiassai Martini, rappresentanti dell'arma e della guardia di finanza locali.

La prima a prendere la parola è stata proprio il sindaco di Montevarchi, visibilmente emozionata, che ha sottolineato l'importanza della presenza del colonnello nell'incontro con gli studenti: "Un esempio di dedizione al lavoro, umiltà e spirito di servizio per la comunità nella lotta alla mafia e all'illegalità".

"Ultimo" arriva in Sicilia, a Bagheria, nel 1985 come tenente dei carabinieri: qui arresta il latitante Antonino Gargano e Vincenzo Puccio il killer del capitano dei carabinieri Emanuele Basile. Comincia subito a capire che per affrontare e sconfiggere la mafia, come ha affermato all'auditorium, era necessario diventare invisibili. Da capitano, tra il 1989 e il 1990, viene trasferito a Milano dove porta avanti le indagini dell'inchiesta "Duomo connection" coordinata dal Pubblico ministero Ilda Boccassini sulla penetrazione mafiosa a Milano. Tra il 1991 e il 1992 alla guida del nucleo "Crimor" dei carabinieri sgomina una raffineria di droga del clan Fidanzati.

Entra nel neonato Ros, il Raggruppamento operativo speciale, crea una squadra, denominata Crimor – Unità Militare Combattente, e torna in Sicilia, questa volta a Palermo dove arresta Riina. Nel 2000 chiede il trasferimento dal Ros, in disaccordo con i vertici, e viene assegnato come vice comandante al Noe, il nucleo operativo ecologico. E' a capo delle indagini che porteranno all'arresto del presidente di Finmeccanica. Nel dicembre 2017 rifiuta l'onorificenza di Cavaliere dell'ordine al merito della Repubblica, di cui l'aveva insignito il Quirinale. Dal maggio 2018 gli è stato affidato l'incarico di direttore attività convenzionali del Comando per la tutela della biodiversità e dei parchi dei Carabinieri Forestale. Per la terza volta gli è stata tolta la scorta dall'Ufficio centrale interforze per la sicurezza personale. De Caprio non contesta la decisione ma la motivazione secondo la quale sembra che la mafia non esista più e per questo ha presentato già ricorso.

Molte le domande che gli studenti dell'Isis Valdarno hanno rivolto all'ufficiale dell'Arma sulla mafia, sulla questione della scorta, sugli effetti della sua carriera nella sua vita, sul perchè del suo nome di battaglia, sul generale Dalla Chiesa da lui preso come esempio "Aveva rivoluzionato il modo di fare indagini partendo dalle cause e non dal reato". Il colonnello ha risposto con serenità e disponibilità a tutti. Lui che vive ormai blindato, con il volto sempre coperto, e con una taglia sulla testa, continua a credere nell'amicizia come valore fondante di un gruppo o di un paese, alla solidarietà, come quella che si trova nella casa-famiglia che ha creato per il recupero e il reinserimento di minori disagiati o figli di famiglie segnate dal crimine, a perseguire la lotta contro ogni forma di ingiustizia e di criminalità. Questi sono stati i messaggi che il colonnello ha lanciato agli studenti.

 

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