Sono i levrieri spagnoli maltrattati, offesi, usati e uccisi. La loro storia adesso è conosciuta anche in Valdarno. L’importanza di adottare, comunque al di là della razza
Sta sempre più prendendo piede in Valdarno la cultura dell'adozione: cani non comprati ma adottati. Così come si sta diffondendo la conoscenza della storia di alcuni di loro come i levrieri, in maniera particolare i galgo spagnoli. Creature di cui finalmente si conoscono le vicissitudini e il drammatico destino.
Arrivano in Italia, grazie ad associazioni come Pet Levrieri, dopo essere stati maltrattati, umiliati, offesi, usati per la caccia alla lepre, attaccati a un'auto o a un camion per gli allenamenti, senza aver mai ricevuto un carezza o un po' d'amore. Moltissimi di loro non ce la fanno e, quando non servono più, dai loro 'galgueros' vengono lapidati, impiccati, sepolti vivi nei pozzi o abbandonati con le zampe spezzate, altri vengono presi e rinchiusi nelle perreras, veri e propri lager e una sorta di 'miglio verde', dove ogni giorno decine di loro vengono uccisi. I più fortunati riescono a farsi notare dai volontari delle associazioni, ad arrivare nei loro centri, come la Protectora y Santuario Scooby di Medina del Campo, e ad essere portati in Italia per poi essere adottati.
Li chiamano i 'figli del vento' ed è la loro maledizione. Sono docili, creature eccezionali, nonostante quello che hanno subìto, a cominciare dalla fame e dalla segregazione anche sottoterra, riescono a dimenticare il passato e a ricominciare se trovano un famiglia che li accoglie e li ama. In Valdarno aretino e fiorentino ci sono già molte famiglie che hanno aperto le porte della propria casa e del proprio cuore ai Galgo.
Stefano Cappelli di Montevarchi, che insieme alla moglie Daiana ne ha adottati tre, Neo, Asia e Dolo, ci racconta la loro storia.
Stefano continua con l'amaro destino di questi galgo lasciati vivere finchè servono e poi gettati via come vecchi oggetti ormai inservibili. Per i galgueros, infatti, il levriero non è un essere senziente bensì uno strumento di lavoro come tale è anche riconosciuto dallo Stato. Nessuna tutela per queste creature, nessuna difesa.
Stefano Cappelli conclude: "Non importa che sia un levriero, un meticcio o un qualsiasi altro cane: l'importante è adottare".