L’ultimo turno di venerdì sarà quello che spegnerà e sigillerà la fabbrica, restituendo i badge: si chiude un’era a Figline. E domattina si aprirà alla cassa integrazione con il tavolo al Ministero del Lavoro, che sarà anche l’occasione per avere notizie fresche sul fronte della reindustrializzazione
Meno di due giorni alla chiusura definitiva dello stabilimento Bekaert, a Figline: sarà l'ultimo turno di venerdì 21 dicembre a spegnere la fabbrica, sigillarla e restituire i badge. La fine di un'era si avvicina, insomma, e il dispiacere si avverte fra i dipendenti che si apprestano ad entrare nelle vacanze natalizie con la certezza che a gennaio i cancelli Bekaert non si riapriranno, e l'insegna sparirà come già aveva fatto quella di Pirelli.
Non si chiude però la pratica legata al futuro di questo sito produttivo: per questo domani mattina, al Ministero del Lavoro, si terrà un tavolo che darà il via all'applicazione delle misure di cassa integrazione straordinaria per cessazione, ai dipendenti Bekaert di Figline. Si calcola che saranno più di 250 i lavoratori che entreranno nella procedura, al netto di pensionamenti e ricollocamenti che siano già avvenuti al 31 dicembre 2018. Per chi resta, si aprono i dodici mesi di Cigs in vista della reindustrializzazione, che è l'aspetto su cui oggi si deve lavorare.
"Non abbiamo ad oggi notizie fresche su quanto sta accadendo sul fronte della riconversione – ha spiegato Alessandro Beccastrini, segretario della Fim Cisl – per questo abbiamo chiesto che al Ministero del Lavoro sia presente anche l'advisor Sernet per fare il punto della situazione. La Fim si riunirà poi sabato 22 dicembre a Figline, al mattino, in assemblea con i lavoratori, per comunicare loro l'esito dell'incontro".
"Se Sernet domani sarà presente, e ci darà informazioni concrete su quali e quante offerte ci sono sul piatto – ha commentato Daniele Calosi, segretario Fiom Cgil – allora chiederemo che siano riportate al tavolo competente, che è quello presso il Mise, per discuterne in maniera concreta. Al momento non abbiamo conoscenza di quanti siano gli interessamenti per la reindustrializzazione del sito".