I Cobas tornano alla carica sul futuro dell’ospedale Serristori, dopo la visita di fine ottobre dell’assessore Saccardi che aveva garantito gli investimenti promessi. “Ma dietro c’è altro, il Serristori passa da ospedale per acuti a Casa della salute, dall’acuzia alla lungo degenza, come una casa di riposo”
"Promesse che sono soltanto balle": così Andrea Calò e Domenico Mangiola, dei Cobas della Asl Toscana Centro, etichettano le dichiarazioni rese lo scorso 28 settembre dall'assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, dopo la visita al Serristori con il Direttore Generale, Paolo Morello Marchese, Dirigenti aziendali e Amministratori locali. "Saccardi si loda di aver potenziato e riqualificato il presidio ospedaliero Serristori e promette un ulteriore investimento che da qui al 2019 sarebbe ammontato a 7,8 milioni di euro, dandoci ad intendere che viene ampiamente rispettato il famoso patto territoriale", commentano i Cobas.
"L'assessore ha parlato di priorità di intervento concertate con l’USL Toscana Centro, di lavori di riqualificazione, dell’adeguamento delle dotazioni di personale e della continua attenzione delle istituzioni: insomma una serie di balle spaziali, utili alla prossima competizione elettorale che vede in gran difficoltà il Pd", attaccano i Cobas, che poi ricordano "la caterva di guasti di ordinaria amministrazione accaduti al Serristori successivamente la visita della Saccardi e di Morello, i macchinari della dialisi e radiologia in perenne manutenzione, la chiusura temporanea delle sale operatorie, gli interventi rimandati a causa di assenza di personale medico, il sovraffollamento al Pronto Soccorso e alla Radiologia e le tantissime pezze messe dopo le nostre denunce".
C'è poi l'aspra critica alla collaborazione con il privato: "L'unica cosa che davvero hanno fatto in pompa magna è l’inaugurazione del nuovo centro diagnostico a Frate Sole, ennesima convenzione con il privato, dedito a realizzare esclusivamente profitto, con la solita scusa dell’abbattimento delle liste di attesa. Siamo ancora lontanissimi dal potenziamento, rilancio, riqualificazione e messa in sicurezza dell’Ospedale Serristori, anzi: progressivamente vengono trasferite specialistiche mediche dal Distretto all’interno degli angusti spazi ospedalieri snaturando così di fatto l’Ospedale per acuti e preparandolo “chiatti chiatti” alla futura Casa della Salute".
Ed è questa la prospettiva che i Cobas paventano per il Serristori, la trasformazione graduale in Casa della salute "con un grosso investimento nei CUP, con l’unico scopo di gestire le varie prenotazioni necessarie per l'erogazione delle visite mediche e specialistiche nei diversi contesti ospedalieri e territoriali dell’USL Toscana Centro. È in questa contesto di furbesco smantellamento che la Direzione Sanitaria e il Dipartimento Tecnico stanno lavorando, spacciando per potenziamento quello che in realtà è trasformazione dell’ospedale in un mega distretto territoriale con un assemblamento di servizi e di funzioni che afferiscano ad ambiti sanitari diversi, l’uno territoriale l’altro ospedaliero".
Secondo i Cobas, a riprova "del declassamento in corso" ci sarebbe anche "l’annunciato collocamento in ambito ospedaliero del 118 e della continuità assistenziale all'interno del pronto soccorso, al fine di tamponare l’indecorosa carenza di personale medico. Che fine farà il servizio territoriale della guardia medica?". Calò e Mangiola esprimono preoccupazione anche per il "processo di assorbimento della sub intensiva all’interno dell’high care medica, in contrasto con quanto scritto nel patto territoriale che l’avrebbe definita come specialistica autonoma proprio in relazione all’ospedale per acuti, in grado di dare risposte diversificate rispetto alla gravità terapeutica-assistenziale del paziente".
"Se questo dovesse davvero concretizzarsi si realizzerebbe l’agognato obiettivo, mai reso pubblico dagli Amministratori regionali e locali, di una struttura socio-sanitaria: dall’acuzia alla lungo degenza, ovvero una struttura per lungo degenti vedi casa di riposo", accusano i Cobas. "E che dire del blocco operatorio sempre più interessato da interventi di breve degenza e che negli obiettivi dell’azienda dovrebbe occuparsi soltanto di chirurgia ambulatoriale complessa (a pagamento?) senza successivo ricovero ospedaliero? Questo la dice lunga sulla drammatica riduzione dei posti letto al Serristori e i continui trasferimenti notturni di pazienti chirurgici verso le sale operatorie dell’OSMA dove i lavoratori sono costretti a turni e ritmi di lavoro massacranti, per garantire un servizio che al Serristori viene mantenuto in stand by, con la prospettiva di una futura soppressione. Legato alle sorti del blocco operatorio c’è quella dei posti letto della week surgery, la cui collocazione innaturale sopra le sale ha una sua giustificazione nell’obiettivo aziendale e regionale di una analoga soppressione".
"Come delegati Rsu Cobas, ancora una volta fuori dal coro – chiudono Calò e Mangiola – avvertiamo cittadini e lavoratori del grande inganno e denunciamo che i 7,8 milioni di euro stanno servendo ad affossare definitivamente l’ospedale Serristori, cercando in questa maldestra operazione di ricevere consensi e plauso che noi non ci sentiamo di concedere".