L’interrogazione è indirizzata al Ministero per lo Sviluppo Economico
Una interrogazione parlamentare al Mise, sulla chiusura dello stabilimento Bekaert di Figline, è stata presentata dall'onorevole Roberto Speranza per Liberi e Uguali. "Bekaert in Italia si occupa della produzione di rinforzi in acciaio per pneumatici, nonché vendita e distribuzione, di prodotti per l'edilizia e di altro tipo con fili d'acciaio per l’industria italiana. Attualmente impiega 600 dipendenti nelle tre distinte società site in Figline e Incisa Valdarno, Assemini (Cagliari) e Milano. Il sito di Figline in particolare è attivo nella produzione e nello sviluppo di prodotti con rinforzi in acciaio, tra cui corde, trafilati per il rinforzo di tubi ad alta pressione e cerchietti, nonché semilavorati da fornire ad altri stabilimenti di rinforzi in acciaio di Bekaert nell’EMEA".
"Da organi di stampa – si legge ancora nel testo dell'interrogazione – si apprende che la direzione di Bekaert Group ha annunciato in una nota la decisione di chiudere il sito italiano di Figline e di cessare tutte le attività ivi svolte. La Direzione ha informato la Rsu del sito di Figline, le organizzazioni sindacali e le autorità competenti in merito a tale decisione. Inoltre, nella nota si legge che, a causa dei suoi costi strutturali notevolmente superiori rispetto a quelli degli altri stabilimenti di rinforzi in acciaio per pneumatici di Bekaert nella Regione Emea, il sito non è stato in grado di generare performance sostenibili dal punto di vista finanziario".
La chiusura "sarebbe in aperto contrasto con le affermazioni che gli stessi vertici della Bekaert avevano fatto tre mesi fa nell’ultimo incontro al Ministero dello sviluppo economico sulla situazione del sito produttivo di Figline. In quella sede si confermavano il buon andamento dei volumi produttivi, la prosecuzione dei rapporti di committenza con la Pirelli e i progressi di tre progetti innovativi del piano aziendale; a maggio scorso è stata approvata una mozione in Consiglio regionale per chiedere alla Giunta di attivarsi presso l'azienda per capire le reali intenzioni della proprietà, a seguito della notizia del mancato rinnovo contrattuale per i lavoratori interinali".
Per questo si chiede al Ministero "quali siano i suoi orientamenti in merito e quali iniziative intenda assicurare, per quanto di sua competenza, in relazione alla situazione in cui versano i lavoratori coinvolti nel licenziamento con conseguenze anche nella perdita di tecnologie e professionalità italiane al fine di evitare ancora una volta un caso di delocalizzazione; se intenda assicurare, per quanto di sua competenza, iniziative volte ad accertare le scelte compiute da parte dell’azienda".