23, Novembre, 2024

Gli studenti dell’Isis Vasari raccontano l’esperienza vissuta ad Auschwitz. Presto un’assemblea e una mostra

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Racconteranno ai compagni l’esperienza vissuta in un’assemblea e per dare l’idea di quanto visto hanno anche preparato una mostra di foto e video. Abbiamo incontrato gli studenti dell’Isis Vasari e l’insegnante al ritorno da Auschwitz e Birkenau

Non è facile esprimere i sentimenti che assalgono i visitatori nei campi di concentramento e sterminio di Auschwitz e Birkenau. E per i giovani diventa quasi impossibile trovare la parole giuste per raccontare quello che hanno vissuto. È stato così anche per gli otto studenti dell'Isis Vasari di Figline che, accompagnati dall'insegnante Simona Nocentini, hanno preso parte al Treno della Memoria: un viaggio a ritroso all'interno dell'Olocausto. Da una vita normale si sono visti catapultare in mezzo all'orrore e alle atrocità perpetrate dagli uomini contro altri uomini. Ognuno di loro ha comunque un ricordo, un'impressione, un odore, il silenzio che non dimenticherà.

Sara e Valeria ricordano i luoghi che hanno visitato e quello che hanno visto.

“Il nostro viaggio della memoria è partito da Firenze e dopo 23 ore è arrivato alla stazione di Oświęcim – racconta Sara – La visita del primo giorno è stata al campo di Auschwitz – Birkenau. Abbiamo vistato le baracche: quelle che mi hanno colpito di più sono state le strutture che ospitavano le donne e i bambini. Abbiamo visto i letti a castello dove dormivano in quattro. Abbiamo visitato anche i bagni. Abbiamo ripercorso il tragitto della morte quello cioè per arrivare alle camere a gas e ai forni crematori. Sono stati distrutti durante la seconda guerra mondiale ma restano le macerie e quindi l'impatto è stato forte. A Birkenau abbiamo anche preso parte a un corteo per ricordare le vittime dell'olocausto: ogni ragazzo aveva il nome di una persona morta o sopravvissuta. E' stata una cosa davvero emozionante”.

“Appena arrivati ad Auschwitz abbiamo attraversato il cancello con la scritta “Il lavoro rende liberi”- ricorda Valeria –  e abbiamo visitato i vari blocchi. All'interno è stato allestito un museo dove abbiamo visto documenti, capelli, vestiti, scarpe, valige e occhiali. Abbiamo visto la camera a gas e i forni crematori. Abbiamo visitato la zona dove avvenivano le fucilazioni”.

Sentimenti e impressioni di Viviana e Gaia.

“Entrare là ci ha fatto toccare con mano l'atrocità dei nazisti e quanto potevano essere crudeli con gli uomini, con i bambini e con le donne. Volevano sfruttarli togliendo la dignità a tutti coloro che consideravano 'diversi'”.

“Appena varcata la soglia del cancello di Auschwitz mi sono sentita gelare il sangue. Non è facile da descrivere – afferma Gaia –  In quel momento ti senti parte di loro”.

Pietro e Ilaria

“Ciò che ho provato sono stati sentimenti mai provati prima – afferma Pietro –  un'angoscia continua, prolungata in tutti i campi e i luoghi che abbiamo visitato. Mi ha colpito soprattutto Auschwitz – Birkenau con la sua atmosfera grigia, opprimente, pesante. È difficile da spiegare a parole”.

“Quando siamo entrati nei campi di concentramento è stata una botta – continua Ilaria – rivivere ciò che è successo là è stato sconcertante. Immaginare la brutalità e la malvagità contro le persone ti spiazza. Sono sentimenti molto forti”.

Rebecca, invece, ricorda l'importanza della presenza di Andra a Tatiana Bucci, sopravvissute al campo di Birkenau.

“Andra e Tatiana Bucci sono state fondamentali per il viaggio: con la loro presenza e le loro testimonianze ci hanno aiutato a comprendere che dobbiamo ragionare con la nostra testa, che non dobbiamo farci influenzare e che dobbiamo distinguere il bene dal male. Loro hanno rivissuto un'esperienza atroce per noi, perchè come diceva lo slogan non dobbiamo dimenticare. Sono state generose e carine nell'aiutarci a farci rivivere quelle atrocità”.

Infine Mattia.

“È molto difficile spiegare le emozioni che abbiamo provato. Una volta tornati abbiamo avuto tanti ricordi che non saranno mai dimenticati. A chi non c'è stato posso dire che tutti dovrebbero fare questa esperienza. È impensabile credere che queste atrocità sono state effettuate meno di un secolo fa da persone 'normali' “.

L'esperienza che hanno vissuto non verrà dimenticata. (le interviste sono nei video). E per rendere partecipi anche i compagni che non sono potuti partire con loro gli otto studenti stanno preparando un'assemblea all'interno dell'Istituto Vasari di Figline con una mostra di foto e video che possano rendere le parole ancor più aderenti alla realtà.

Il Treno della Memoria non è un viaggio improvvisato: insegnanti e studenti prima di partire seguono corsi di formazione per arrivare ad Auschwitz preparati. Spiega il progetto l'insegnante che ha accompagnato i ragazzi, Simona Nocentini.

“Tutto è iniziato nell'ultima settimana di agosto quando, dopo essere stata selezionata dalla Regione Toscana, ho frequentato un corso di una settimana presso la Certosa di Pontignano a Siena. Il corso era organizzato molto bene e ho avuto modo di incontrare professori universitari esperti delle tematiche legate alla Shoah. Terminato il corso sono rientrata a scuola e ho cominciato a parlare con la dirigenza delle modalità con le quali selezionare i ragazzi: soltanto otto infatti potevano essere accompagnati. Abbiamo deciso di progettare un bando e scelti i ragazzi abbiamo organizzato un corso di formazione durante il quale abbiamo discusso di varie tematiche partendo anche da un input sulla politica attuale. Attualmente ci sono governi che stanno scegliendo di costruire muri e di procedere con l'esclusione di vari flussi migranti. Abbiamo quindi riflettuto su quali possono essere i punti di contatto tra la politica attuale e quella messa in atto dalle truppe naziste e da Hitler. Il percorso è stato accompagnato da visioni di film e video inserenti il Treno della memoria per permettere ai ragazzi di rendersi conto di quale sarebbe stato il percorso, quali erano i luoghi che avrebbero visitato. Giunti prima a Birkenau e poi ad Auschwitz i ragazzi hanno incontrato i vari testimoni ai quali hanno posto domande e con i quali hanno riflettuto su quanto avevano visto. Si è trattato di un'esperienza che avrei voluto fare alla loro età perchè la ritengo determinante nella fomrazione di un carattere, prima si vede e prima il nostro comportamento potrà essere quello di un cittadino consapevole”.

 

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