Al Chiostro di Cennano aperta la mostra dedicata all’alluvione di Montevarchi, con scatti di Gastone Rotesi e Leonello Picchioni. All’Accademia del Poggio invece il convegno organizzato a 50 anni dall’alluvione, e che ha fatto il punto anche sui progetti attuali
La memoria e il ricordo di quello che fu l'alluvione del 1966 a Montevarchi sono tutte racchiuse negli scatti che compongono la mostra fotografica allestita nel Chiostro di Cennano, curata da Massimo Anselmi ed Enzo Righeschi, che hanno raccolto, selezionato e digitalizzato decine di foto realizzate fra il 3 e il 4 novembre da due montevarchini: Gastone Rotesi e Leonello Picchioni.
Ad inaugurare la mostra, anche il sindaco Silvia Chiassai.
Se da una parte c'è dunque l'importante memoria di quello che accadde, dall'altra c'è lo sguardo voltato al futuro, e ai progetti per la messa in sicurezza. Anche a questo tema è stato dedicata infatti la tavola rotonda sui cambiamenti climatici e e la gestione del territorio, che si è tenuta all'Accademia Valdarnese del Poggio nella stessa giornata di sabato 5 novembre.
Si alternano interventi del dottor Aldo Piombino, sull'atmosfera; della professoressa Adele Bertini, dedicata al clima; del dottor Simone Nardini che presenta un progetto sulla climatologia chiamato "le sentinelle del Chianti". Ma è l'ingegner Michele Mancini, prima della chiusura affidata all'ingegner Leandro Radicchi del Genio Civile, che fa il punto sul rischio alluvioni oggi a Montevarchi.
"L'evento del '66 – ha spiegato Mancini – fu eccezionale anche per il nostro territorio, per la quantità di acqua caduta e le conseguenze sul territorio. Negli anni immediatamente successivi partì la ricostruzione: lavori principalmente sulle arginature di torrenti che le avevano distrutte, dal Giglio al Dogana, passando per il Sabina, il Valdilago, l'Ambra. Furono realizzate anche briglie a monte e ricostruiti i ponti distrutti". Poi, però, per circa trent'anni quasi più nulla.
"Per questo le alluvioni del 1992 e del 1993 portarono a numerose tracimazioni – ha aggiunto – e così nel 1994 due leggi regionali aprirono la strada a numerosi interventi di prevenzione del rischio idraulico". Tra questi, il rialzo del ponte sul Dogana all'imbocco di via Roma. In tutto, gli investimenti sul territorio di Montevarchi dal '94 a oggi ammontano a circa 2 milioni e mezzo di euro. Ma non basta. "Il rischio ancora esiste. Per abbatterlo sono già progettate le casse di espansione di Pestello e Scrafana, mentre è in aggiornamento il progetto per la cassa di Levanella. Sono previste ma non ancora progettati, invece, altre casse per il Giglio, lo Spedaluzzo e l'Ambra a Levane".