Da secoli il castello di Celle guarda dall’alto la città di Figline, diventando un antico testimone e custode della storia del Valdarno. Purtroppo, ad oggi, il castello è in stato di abbandono e degrado, in attesa di un nuovo padrone e di una nuova veste. Ecco la particolare storia di questo magico luogo.
Verso i paesi di Dudda e Ponti agli Stolli, immerso nella campagna toscana e arroccato a circa 500 metri si erge quello che un tempo fu il castello di Celle e che oggi appare sotto forma di abitazioni private, un agriturismo e antiche rovine. Lungo il tragitto che sale su fino al Castello si possono scorgere, ancora oggi, delle rovine dai tratti fortemente medievali, rintracciabili nell’impiego di pietra calcarea squadrata e riposta in filare paralleli e regolari. Interessante a tal proposito un documento del 1336 che evidenzia l’esistenza di un borgo, che molto probabilmente si trovava al di fuori delle cinte murarie del castello, definito “Burgo de Pagnio”, ma di cui non è tutt’ora identificabile la sorte.
Così come sono visibili i resti di un’ antica cinta muraria medievale, che verosimilmente avrebbe dovuto abbracciare il “cassero”, cioè il corpo centrale del Castello. Proprio questa parte è riuscita a sfidare il passare del tempo, mostrando ancora una splendida struttura medievale che per la grandezza sarebbe dovuta essere la residenza dei signori del Castello, intorno alla quale sorsero, poi, altri edifici. Purtroppo, la struttura appare in stato di abbandono, anche se alcuni tratti architettonici si possono ancora scorgere: un arco a tutto sesto, molto probabilmente del XII- XIII secolo, conduceva a tre stanze; una finestra bifora e una serie di “mensole” di pietra calcarea che servivano a sorreggere il pavimento in legno del piano superiore.
Il castello di Celle è stato costruito direttamente sulla roccia, che in alcuni punti è ancora visibile lungo le pareti e che, un tempo, aveva sicuramente anche una funzione estetica. Ma non solo, la scelta di costruire il castello in questa posizione era dovuta senz’altro alla necessità di fuggire dai numerosi scontri fra Arezzo e Firenze attuati in quel periodo. Molte famiglie nobiliari, infatti, si rifugiavano in luoghi isolati e nascosti con la speranza di non cadere vittima degli attacchi del nemico. Secondo la leggenda, i fondatori del castello di Celle, la famiglia Filli Griffi, entrarono in forte contrasto con la famiglia delgli Ubaldini, che invece aveva il controllo del Piviere di Gaville.
Lo stato di abbandono, però, rende difficile immaginare quale fosse effettivamente l’impianto originario del castello di Celle. In ogni caso, il castello doveva per forza avere una struttura molto grande, in grado di ospitare sia i signori sia gli abitanti del tempo, che vivevano di agricoltura e pastorizia. Ciò è molto importante perché a Celle, in tutta probabilità, doveva essersi sviluppata una piccola comunità attiva e socialmente articolata. Il primo documento che attesta la presenza del castello di Celle e della chiesa risale al lontano 1036. Da quel momento, la sua storia si è intrecciata al vicino Monastero di san Cassiano di Montescalari: infatti i rapporti fra gli abitanti di Celle e quelli del Monastero sono documentati in alcuni contratti di “scambio” o di lite fra le due realtà.
Il castello di Celle nasconde, però, una storia tortuosa e difficilmente rintracciabile. Infatti, sebbene questo appaia in numerosi atti della Chiesa cattolica, soprattuto per le faide che si crearono fra la chiesa del castello e quella di San Miniato, poco si sa sulle vicende che portarono alla sua rovina. Il Castello venne abbandonato nel XV secolo, svuotato dai suoi abitanti questo ha subito sulle sue parete lo scorrere del tempo, giungendo allo stato di abbandono odierno. Dal 2015 il castello di Celle è andato all’asta, in attesa di un nuovo proprietario, che lo riporti alla sua forma originaria, ma ancora purtroppo non si è presentato nessun acquirente.
Oggi, il castello di Celle rimane un misterioso custode di memorie antiche, con le sue rovine che raccontano una storia di potere, fede e lotte. Mentre attende un nuovo capitolo nella sua lunga esistenza, il castello è un simbolo della bellezza e della fragilità del passato, che merita di essere riscoperto e valorizzato prima che il tempo lo cancelli definitivamente.
Foto e video prodotte da Martina Giardi e Gian Marco Martini