28, Luglio, 2024

“Il Cassero” di Montevarchi: quando storia e arte si incontrano

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Il Cassero, oggi Museo della scultura italiana dell’Ottocento e Novecento, si erge nel cuore di Montevarchi da secoli. La storia del Cassero si può ricostruire seguendo passo dopo passo le vicende storiche che hanno colpito Montevarchi nei secoli, dagli attacchi medievali al passaggio del Fronte novecentesco, ai numerosi restauri che ne sono seguiti. Un edificio che ha subito ma anche sorpassato tutte le peripezie che hanno intaccato le sue mura fino a tornare nuovamente, dopo secoli, un luogo di difesa, questa volta dell’arte stessa.

C’era una volta Montevarchi
L’aspetto attuale di Montevarchi è dovuto al lungo percorso storico che la città ha percorso nei secoli. Dal Medioevo, è diventata centro di attività mercantili e luogo di importanti uomini del tempo. In origine, infatti, era un nucleo castellare situato su un poggio, quello che oggi è chiamato dei Cappuccini, ed apparteneva alla famiglia dei Bourbon del Monte di Santa Maria per poi passare alla famiglia dei conti Guidi. Questi vi rimasero fino al 1254 quando i discendenti cedettero le loro terre alla Repubblica Fiorentina e proprio in questo momento si colloca nel tempo la costruzione del castello di Montevarchi, con una notevole quantità di popolazione e l’agglomerato detto inizialmente “mercatale”, ma che in breve tempo si è trasformato nel borgo del castello. Proprio nel periodo dei Medici, Montevarchi ha visto espandere il mercato e di conseguenza anche la città stessa. Così negli ultimi decenni del XIX secolo, Montevarchi venne arricchita con il ponte sul Dogana, piazza Garibaldi, Porte del paese, proseguendo poi con altre opere nel corso degli anni. Un aspetto chiave fu senz’altro l’erezione delle mura, rimaste intatte fino al 1784 quando vennero distrutte durante una battaglia fra Arezzo e Firenze.

Le trasformazioni del Cassero
Nato come torre difensiva dell’antica cerchia muraria della città, il Cassero si erge ancora oggi come esempio di architettura più rappresentativa di Montevarchi. Il primo documento che attesta la sua esistenza risale al XVII secolo, di proprietà della famiglia Manzini per poi passare ai Soldani, famiglia di origine fiorentina ma integrata a pieno a Montevarchi. Dopo di loro, un periodo di buio fino a quando l’ultimo proprietario del Cassero, Severino Baglioni, ha venduto alla provincia di Arezzo la struttura per farla diventare la nuova sede delle sezione locale dei Carabinieri, ora chiamata “La Rocca”, era l’agosto del 1882. La struttura subì numerosi lavori di ristrutturazione interna, che culminarono con la commissione all’ingegnere Giuseppe Paoli anche della zona esterna. Dato che prima Il Cassero era adibito ad abitazione privata, la preoccupazione primaria fu renderlo rappresentativo del potere militare contadino. Già in quel momento, il Cassero era considerato un edifico da salvaguardare, simbolo storico di Montevarchi e così l’idea di riportare alla luce l’aspetto medievale del Cassero. Tra il 1901 e il 1902, tutti gli aspetti primitivi del Cassero vennero ripristinati, dalla porta d’ingresso in facciata alla merlatura delle torre.

Il passaggio del fronte non lasciò indenne il Cassero, che in quel periodo storico ospitava numerosi militari di passaggio in fuga dai tedeschi. I lavori di rifacimento furono lunghi: soltanto nel 1951 la struttura venne riqualificata per ospitare nuovamente il Comando di Sezione. I carabinieri rimasero all’interno delle mura del Cassero fino al 1991, da questo momento la storia del Cassero passò nelle mani del comune di Montevarchi.

Una nuova realtà: Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento
Nel 1996, la Provincia di Arezzo concesse in comodato d’uso la struttura al comune di Montevarchi, che subito pensò a usarla come spazio polivalente, destinato ad attività culturali. Da qui poi l’idea innovativa del tempo di usare questo spazio per ospitare esclusivamente sculture italiane: fu una scelta molto audace proprio perché non esisteva un museo in tutta Italia dedicato solo alle opere scultoree. Unire un edificio storico a intenti artistici fu una scelta vincente e dopo i primi interventi di recupero venne fondata la nuova istituzione montevarchina “Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”.  La ricerca delle opere non fu scontata, andavano infatti divise fra collezione permanente e una continua selezione di opere di artisti di Montevarchi.

600 sculture giunsero al Cassero fra il 1996 e il 2008. Nel mentre, gli esperti si resero conto che ognuna di queste opere aveva uno stato di conservazione diverso, che presentavano delle peculiarità e, quindi, che dovessero essere al centro di un laboratorio di restauro, allestito in un locale della Ginestra. Le opere restaurate poi vennero presentate nella prima esposizione a cura dell’architetto Francesco Papa e dell’esperto Alfonso Panzetta, che unirono l’arte alla storicità innata del Cassero. Generalmente, a ogni artista venne riservata una stanza specifica, in “Il Cassero di Montevarchi” di Veronica Becattini si legge: “Il Cassero si configura dunque come la sintesi di più musei d’artista, un luogo dove è possibile imparare a guardare e apprezzare la scultura con una forte componente didattica, grazie alla diversità del materiale esposto. “Togliere il fiato” al visitatore“.

Il 15 maggio 2010 venne così inaugurato il Museo “Il Cassero per la scultura italiana dell’Ottocento e del Novecento”, nuovo faro dell’arte locale e ambiente dinamico. Una nuova veste per questo storico edificio di Montevarchi, sorto come base difensiva nel Medioevo, è resistito fino ad oggi mutandosi nel tempo. Questo luogo di difesa cittadina si è trasformato, andando a difendere un altro patrimonio dell’umanità, l’arte. Ma non solo, negli anni è diventato una fucina, laboratorio artistico, museo, luogo di integrazione fondamentale per la cittadina di Montevarchi.

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