Saldi invernali al via in Toscana: venerdì 5 gennaio iniziano le vendite di fine stagione invernali. Secondo un sondaggio condotto da IPSOS per Confesercenti Toscana, quattro toscani su dieci hanno già pianificato di comprare in saldo, con un budget medio a famiglia previsto di 267 euro, e c’è un ulteriore 56% che acquisterà in caso di offerta interessante e che quindi non ha preventivato la spesa.
Ma il cambiamento climatico ha cambiato anche le abitudini di acquisto: le temperature eccezionalmente miti registrate tra ottobre e dicembre hanno quasi dimezzato (-46%) gli acquisti delle collezioni autunno-inverno, ed i negozi arrivano ai saldi senza avere praticamente mai avuto l’occasione di venderle a prezzo pieno. In particolare, il 92,1% dei negozianti che aderiscono a Confesercenti ritiene che la data di inizio dei saldi, che arriva appena una manciata di giorni dopo l’inizio ‘astronomico’ dell’inverno, il 21 dicembre, sia troppo anticipata. Una percezione fortemente acuita quest’anno, dopo un autunno/inverno dalle temperature più miti del normale.
“Bisogna rivedere le norme che disciplinano le vendite di fine stagione”, commenta Marco Rossi, Presidente di Fismo Confesercenti Toscana. “I saldi iniziano in un periodo eccessivamente precoce rispetto al fine stagione, laddove, se si espletassero nel giusto periodo, rappresenterebbero un’occasione di grande interesse economico, sia per gli operatori commerciali che per i consumatori. Le piccole e medie imprese del commercio non hanno un sufficiente lasso di tempo per commercializzare le merci a prezzo pieno, e si vedono costrette a svendere a saldo per seguire l’onda dettata da GDO e commercio online. A ciò si aggiunge il fatto che le condizioni climatiche, con le temperature praticamente estive che si sono protratte durante tutto il periodo autunnale, hanno pesantemente condizionato negativamente il lancio della vendita di capi invernali: la stagione fredda, a quanto pare, arriverà solo dopo l’avvio dei saldi, con Burian. Per questo, come Fismo Toscana, continuiamo a chiedere di posticipare l’inizio degli sconti ad una data più vicina a quella della vera fine della stagione”.
Anche Confcommercio ha lavorato ad uno studio sui saldi: secondo le previsioni di Confcommercio Toscana, saranno due milioni (il 57% dei residenti) i toscani pronti ad acquistare abiti e calzature a prezzi ribassati nei sessanta giorni a disposizione, per un importo medio di 142 euro a persona. In totale, un giro di affari di oltre 296 milioni di euro a livello regionale. Il direttore di Confcommercio Toscana Franco Marinoni spiega: “Se siamo passati dai 133 euro del 2023 ai 142 di quest’anno è anche per effetto dell’inflazione, che ha fatto aumentare i prezzi; in ogni caso, non siamo ancora tornati ai 160 euro registrati nell’inverno 2020, l’ultimo prima della pandemia. Segno che, purtroppo, il settore moda resta uno dei più penalizzati dalla difficile congiuntura”.
Il presidente di Federmoda-Confcommercio Toscana, Paolo Mantovani, evidenzia comunque alcune note positive: “La gente sta tornando a frequentare i negozi fisici e la crescita dell’e-commerce ha subito un arrest, lo si è visto anche a dicembre. Un po’ c’entra la voglia di tornare alla vita sociale pre-pandemia, che ha sempre avuto nello shopping in compagnia un rituale importante. Ma c’entra anche il fatto che in questi anni i negozianti della rete tradizionale sono diventati più reattivi alla concorrenza del web: hanno adottato nuove tecniche di vendita, ispirate al neuromarketing, e hanno imparato a usare i social per farsi promozione”.
Infine, anche Confcommercio affronta la questione del clima e delle abitudini di acquisto, ma con una posizione meno forte rispetto a Confesercenti: “Veniamo da un autunno molto calmo, anche per via delle temperature miti che di certo non hanno agevolato le vendite. Questo significa che l’assortimento di modelli, taglie e colori nei negozi è ancora piuttosto alto. E l’abbassamento delle temperature previsto proprio in concomitanza con la partenza dei saldi potrebbe spingere anche i più restii a fare qualche acquisto. È ovvio che per noi commercianti vendere con gli sconti significa ridurre drasticamente i margini di ricavo, ma per i consumatori può rappresentare un vantaggio”, conclude Mantovani.