Nel borgo medievale del Borro si trovano due animazioni realizzate a mano negli anni ’50 da Don Pasquale Mencattini insieme al gruppo parrocchiale: nonostante il Presepe venga considerato il più grande lavoro del parroco, la rappresentazione della storia di Pinocchio è altrettanto notevole. Si tratta di una storia raccontata per scene all’interno di alcune vecchie televisioni, animate da piccoli movimenti tramite alcuni motorini. L’effetto scenico è inaspettato e sorprendente.
A manutenerlo dopo la morte del parroco, è stato, come per il Presepe, Pietro Galletti che anche in questo caso ha dovuto ripristinare gli impianti dell’opera. La rappresentazione risulta di particolare impatto grazie all’accortezza di Mencattini nel cogliere i dettagli a partire dai volti dei personaggi. Dalle immagini si può già vedere come viene resa la sconsolatezza nel volto di Geppetto quando sembra non riuscire a finire di realizzare il suo bambino di legno; oppere il dettaglio dei quattro corvi che portano la bara che è l’imput che convincerà Pinocchio ammalato a casa della fatina dai capelli turchini, a bere l’amara medicina. Ancora la disperazione di Pinocchio e Lucignolo capendo di diventare asini dopo aver trascorso qualche mese nel Paese dei Balocchi, luogo di solo divertimento e senza studio. Ma la scena più convincente anche da un punto di vista ingegneristico, è la bocca della balena: una rappresentazione veramente originale.