18, Dicembre, 2024

Un mese e mezzo alla scadenza limite: per riportare il Giudice di Pace in Valdarno sono gli ultimi giorni utili

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Camiciottoli (Democratici e Progressisti) sollecita il sindaco di Montevarchi: “Dobbiamo approvare in Consiglio un modello di Convenzione da sottoporre agli altri sindaci”. La scadenza per presentare formale richiesta al Ministero è il 30 luglio

Manca meno di un mese e mezzo al 30 luglio, scadenza ultima di quella finestra temporale riaperta dal Decreto Milleproroghe e che consente di presentare richiesta formale al Ministero di Giustizia per riattivare un ufficio di Giudice di Pace in Valdarno.

Quell'ufficio, che nella sua ultima sede attiva, a Montevarchi, è stato chiuso dal 16 dicembre 2014, potrebbe dunque riaprire: a condizione però, come ormai ribadito più volte, che i sindaci del Valdarno trovino una sede (a Montevarchi è a disposizione l'ex tribunale), e si impegnino a coprire i costi per le utenze e per 2 o 3 cancellieri. Perché i termini della questione prevedono che, se un comune o più comuni vogliono mantenere il Giudice di Pace, devono farlo a loro spese (eccetto lo stipendio del Giudice, dipendente del Ministero). 

Al Consiglio comunale del 10 giugno scorso il sindaco di Montevarchi, Francesco Maria Grasso, ha annunciato che l'accordo è stato raggiunto, con i suoi colleghi di vallata: "Pur criticando fortemente la decisione del Governo di tagliare su settori come la giustizia di prossimità, facendo ricadere spese e responsabilità sui comuni, io e gli altri sindaci abbiamo concordato sulla necessità di riportare il Giudice di Pace in Valdarno". 

A questo punto serve solo la richiesta formale. E su questo arriva il sollecito di Fabio Camiciottoli, capogruppo dei Democratici e Progressisti di Montevarchi, che ha scritto a sindaco e presidente del Consiglio comunale: "Considerato che ci stiamo avvicinando al termine ultimo entro il quale deve essere formalizzata al Ministero la domanda di ripristino mi preme sollecitarvi affinché al prossimo Consiglio possa essere ratificata una bozza di Convenzione e delibera che serva a spronare le Amministrazioni vicine e metta le basi per una richiesta più forte".  

"Mi permetto di scrivervi perché sono convinto che sia opportuno e necessario, quale conseguenza naturale dell’ultima mozione, approvare una delibera che ratifichi un modello di convenzione con un un'ipotesi di ripartizione spese sulle analisi dei costi ipotizzati. Mi preme insistere in questa richiesta perché credo che dal Consiglio comunale di Montevarchi debba, al più presto, partire una forte richiesta ai sindaci e ai gruppi consiliari della vallata affinché pubblicamente si assumano la responsabilità di una scelta che non deve essere solo perseguita dai sindaci ma da tutti". 

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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