Sono partiti giovedì scorso con 6 furgoni e dopo due giorni di viaggio i volontari delle Misericordie di Cavriglia e San Giovanni e di Castelfranco sono arrivati al check point di Budomezh Hrusciv, al confine tra Polonia e Ucraina, per consegnare viveri, vestiti e farmaci raccolti grazie alla generosità dei cittadini da destinare, in parte, alle popolazioni della città ucraina di Mogilev-Podol’skij. Il tempo di scaricare gli scatoloni e poi la partenza, il giorno dopo, verso l’orfanotrofio di Skawina, nei pressi di Cracovia, in Polonia per consegnare l’altra parte del materiale. Poi il ritorno a casa ieri sera.
Un viaggio massacrante e non solo per i tanti chilometri di distanza dal Valdarno ma soprattutto per quanto visto e per la situazione che stanno vivendo le popolazioni martoriate dalla guerra e private di tutto. Raccontano quanto vissuto in prima persona i volontari.
Gabriele Parti, Misericordia di Cavriglia: “Sono stati giorni duri, complicati, stancanti, pieni di sentimenti contrastanti che mi hanno lacerato il cuore. Torno da questo viaggio umanitario dopo quasi 80 ore di guida non stop per me e per i miei compagni e nonostante la grande stanchezza sono felice di aver portato una piccola goccia d’acqua ad alimentare l’oceano della solidarietà di cui ha necessità un popolo invaso dalla barbarie della guerra.
Siamo arrivati ai confini dell’inferno, per portare viveri, vestiti e medicine ai fratelli ucraini.
La notte in cui abbiamo lambito la frontiera Ucraina, a meno dieci sotto zero, Putin ha iniziato a bombardare l’ovest che fino ad allora veniva ritenuto sicuro. Siamo andati in pace da Cavriglia e torniamo con la speranza che la pace arrivi presto e davvero”.
“Mi porto a casa tanto da questa tre giorni durissima, che da una parte mi ha lacerato e dall’altra mi ha confermato fin nel più profondo dell’anima che fare del bene e donarsi per il prossimo è la forma d’amore più alta che un uomo possa offrire sulla terra insieme a quello per la propria famiglia. Torno a casa felice di riabbracciarla in un luogo sicuro, mentre penso a quegli uomini che non hanno più una casa perché bombardata le cui mogli ed i cui figli sono fuggiti dalla guerra e adesso vagano da qualche parte, in Europa. Se ci penso resto senza respiro mentre l’autostrada sfila sotto di noi insieme alla speranza che questo incubo finisca il prima possibile. La nostra voglia di fare del bene invece non finirà mai. Grazie a chi ha condiviso con me questo viaggio, in ogni sua forma”.
Manuele Torrini, Misericordia di Castelfranco: “Rientriamo in Italia, 6 furgoni partiti dal Valdarno, 11 persone, dopo quasi 3500 km percorsi e 80 ore di guida no stop, Austria, Rep. Ceca, Polonia, fino al confine con l’Ucraina. Finalmente di ritorno…ma con quel briciolo di malincuore, ripensando alle intere famiglie viste passare il confine con le poche cose riuscite a mettere nelle valigie, con il gelo dei -10 gradi. Quelli più fortunati riescono a spostarsi in auto o in pulman,i meno fortunati a piedi. E negli stessi momenti in cui noi rientriamo nella nostra Italia anche Roman, il nostro contatto Ucraino, al quale abbiamo portato cibo medicine e vestiti ci fa sapere che anche lui è arrivato al suo paese, a 500km dal confine dopo più di 24h di viaggio con il suo camion carico dei nostri aiuti. Rientriamo stanchi ma contenti di aver portato un minimo di speranza e conforto. Grazie a chi ci ha permesso questa esperienza, grazie a chi l’ha condivisa con noi”.