La Befana è arrivata anche davanti ai cancelli della Fimer spa di Terranuova dove dal 31 dicembre, dopo l’assemblea in piazza del 30, i lavoratori insieme a Fiom Cgil, Fim Cisl ed Uilm Uil stanno portando avanti il presidio. Ma sono festività tristi per tutti.
Alessandro Tracchi, Fiom Cgil: “Per i lavoratori della Fimer e le loro famiglie, per la comunità di Terranuova e del Valdarno questi sono giorni tutti uguali indipendentemente dalle festività. Stanno continuando a manifestare, con alto senso civico, il proprio dissenso e noi come organizzazioni sindacali abbiamo il dovere di appoggiarli e di condurli in questa lotta, che sarà lunga, per la difesa dell’occupazione dello stabilimento e dell’economia del territorio. Siamo davanti ad una proprietà, tra cambiamenti di governance e piani strategici presentati, sta continuando a cambiare le carte in continuazione. Abbiamo appreso che, qualche giorno fa, è stato depositato il concordato e ieri abbiamo chiesto ed ottenuto un incontro: questa cosa ci è stata confermata e in parte smentisce quelle che sono state le dichiarazioni fatte ai tavoli istituzionali della Regione Toscana e del Mise. Il piano presentato era ben diverso e non contemplava il concordato. Noi oggi abbiamo bisogno di risposte certe e di una proprietà che si attivi in modo serio e concreto per trovare la risoluzione e la via d’uscita a questa crisi che sta generando sempre più paura e aumentando la situazione di criticità”.
“La prossima settimana i reparti produttivi saranno completamente fermi e questa è una forte contraddizione. In un momento in cui nel settore i competitor dei questa azienda stanno avendo grandi spazi di mercato, grandi volumi produttivi e la crescita del proprio fatturato, la Fimer, il primo in tempi non sospetti ad ideare e sviluppare questa tipologia di produzione e ad avere uno stabilimento completo a 360 gradi, dovrebbe essere interessato da un momento completamente diverso: ci dovrebbe essere lavoro e la condizione per farlo. Noi continuiamo a chiedere alla proprietà serietà, responsabilità e la volontà di mettersi intorno ad un tavolo e concordare quella che dovrà essere la strada per far uscire lo stabilimento dalla situazione in cui si trova”.
Tracchi conclude: “Aspettiamo con grande attesa l’incontro di martedì 11 gennaio al Mise perchè si possano scongiurare gli scenari più bui ed iniziare a tracciare i punti fondamentali della ripartenza. Si deve uscire dalle parole e passare ai fatti concreti. Crediamo che il Ministero dello sviluppo economico, dopo le tante sollecitazioni ricevute, debba appropriarsi del suo ruolo e costringere la proprietà ad intraprendere la strada giusta”.