22, Novembre, 2024

Fimer: Fim-Fiom-Uilm, dipendenti ed i Sindaci uniti per chiedere risposte chiare e certe sulla continuità dell’azienda

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Sono 800, tra 450 dipendenti diretti, circa 20 interinali e 300 dell’indotto, le persone che ruotano intorno a Fimer spa, il quarto produttore al mondo di inverter fotovoltaici e leader nello sviluppo e produzione di soluzioni per la mobilità elettrica, che nel 2020 ha acquisito lo stabilimento terranuovese di ABB. Per la salvaguardia dell’occupazione di quelle 800 persone e delle loro famiglie Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil sono scesi in piazza per chiedere garanzie sulla continuità aziendale che in questo momento desta preoccupazioni. A sfilare accanto ai lavoratori ed ai sindacati tutti i sindaci del Valdarno aretino e fiorentino ed il capogruppo regionale del Pd Vincenzo Ceccarelli. Il corteo partito dallo stabilimento Fimer si è snodato per le vie di Terranuova e, dopo aver accolto anche i lavoratori dell’indotto, si è concentrato in piazza della Repubblica per il comizio finale. Il settore non è in crisi, sottolineano tutti, occorrono soltanto maggiori investimenti. E nonostante le rassicurazioni dei vertici di Fimer la preoccupazione continua a serpeggiare tra lavoratori, sindacati e istituzioni. Richiesto un incontro al Ministero dello sviluppo economico.

Sergio Chienni, sindaco di Terranuova: “Ci sono ritardati pagamenti anche di somme importanti: la società parla di un’esposizione di 50 milioni di euro rispetto a fornitori e terzisti anche del nostro Valdarno. Oggi quindi siamo a supporto anche dell’imprese dell’indotto del territorio e non solo. La mancanza di materie non permette di produrre e di rispondere agli ordini che l’azienda ha. Il paradosso è che il settore del solar è in forte crescita in tutto il mondo e invece vediamo la Fimer subire grossi rallentamenti. C’è circa un centinaio di persone in cassa integrazione, linee di produzione ferme e se oggi non viene prodotto tra 60 giorni l’azienda non incasserà per la solidità necessaria. O la proprietà trova, quindi, le risorse necessarie per rispondere a questi mancati pagamenti oppure lascia entrare nuovi investitori che possano dare supporto a questa azienda. A livello mondiale il mercato sta tirando, la transizione ecologica porta a dare finanziamenti a questo settore, sarebbe un paradosso se la Fimer segnasse il passo. L’azienda ci ha detto che salderà in questi giorni circa 1 milione e mezzo ma per noi non è sufficiente: il primo dicembre matureranno altri crediti di queste aziende. La Fimer non può vivere sulle spalle di piccole aziende del nostro territorio perchè di quella liquidità hanno bisogno per pagare i propri dipendenti che fanno il loro dovere. E’ importante fare uno sforzo tutti e portare la questione al Ministero dello sviluppo economico per prevenire quella che potrebbe essere una situazione difficile e complessa”.

Alessandro Tracchi, Fiom Cgil: “E’ un momento in cui il settore delle rinnovabili è uno dei migliori visto che si investe tanto nella transizione ecologica ma nonostante questo si sta vivendo difficoltà che nascono dall’approvvigionamento dei materiali. C’è però bisogno di un sostegno finanziario diverso che in questo momento la proprietà non riesce a garantire. Per noi è prioritario portare nel cuore del paese la manifestazione perchè siamo fortemente preoccupati per la tenuta dell’azienda e quindi vogliamo mandare un messaggio chiaro ed univoco alla società: se ci sono interventi economici li faccia, se ci sono investitori che si facciano avanti perchè non possiamo permetterci di vedere questo stabilimento in rallentamento come adesso e non vogliamo mettere a repentaglio 800 posti di lavoro in un momento poi in cui il mercato garantirebbe altro”.

Davide Materazzi, Uilm Uil: “Tante parole ma non fatti concreti. I lavoratori dell’indotto non riscuotono gli stipendi e sono in cassa integrazione ed il rischio è che vada in default l’attività e che non ci siano quelle risorse di liquidità necessarie per portare avanti il lavoro. Gli ordini ci sono ma mancano le liquidità per acquistare i materiali. Alla Fimer circa 100-150 lavoratori sono a rotazione, mentre nell’indotto sappiamo anche di 200 persone in cassa integrazione fisse, e ci fanno preoccupare”.

Ilaria Paoletti, Fim Cisl: “Chiediamo la convocazione al Ministero dello sviluppo economico perchè possa monitorare la situazione in cui attualmente versa l’azienda e dare un supporto attraverso gli strumenti che può mettere a disposizione per tirarci fuori da questa situazione. Noi oggi chiediamo ascolto”.

 

Vincenzo Ceccarelli, capogruppo regionale del Pd: “Questo pomeriggio ho voluto essere presente assieme ai sindaci del Valdarno alla manifestazione dei lavoratori della Fimer per esprimere la nostra vicinanza ai lavoratori, alle loro famiglie e a tutta la comunità del Valdarno coinvolta in questa crisi che, tra dipendenti e indotto, riguarda circa 800 lavoratori. E’ strano che un’azienda impegnata in un settore in piena espansione si ritrovi a vivere difficoltà di queste dimensioni. Negli ultimi mesi, anche in Toscana, troppe volte abbiamo visto scaricare sui lavoratori il prezzo di scelte, dinamiche e crisi che non hanno niente a che vedere con il funzionamento di un’azienda. Sosteniamo la richiesta dei sindacati e delle istituzioni del territorio rivolta al Ministero dello sviluppo economico affinché venga aperto immediatamente un tavolo istituzionale che faccia chiarezza sulle ragioni che hanno portato all’attuale situazione e che individui una via di uscita costruttiva per l’azienda, i suoi lavoratori e per tutto il territorio”.

 

 

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