La crisi del trecento spiegata dallo storico Alessandro Barbero comparando un’epoca di sfide e disastri con l’attuale situazione epidemica tra storia, curiosità e cultura. Lo abbiamo incontrato
"La vitalità della società umana è tale che riesce a trovare le vie d'uscita e quegli aspetti d'opportunità che una crisi può contenere". Sono le parole di chiusura dell'intervento di Alessandro Barbero, ospite per la seconda volta al Moby Dick Festival che ha chiuso la giornata del venerdì.
Barbero si è soffermato sul raffronto storico del periodo della crisi del trecento e l'attuale epidemia Covid offrendo un punto di vista più ampio dell'umanità: "Tra guerre, peste e lo scisma della chiesa, tutto ciò nell'insieme rappresenta un'epoca di crisi, non in senso tecnico, ma in senso più ampio con al centro problemi democratici e di sofferenza collettiva, di angoscia. Il risultato è che la società europea ha retto e si è rialzata da queste sfide in modo straordinario, la tara di sofferenze e paure del trecento, successivamente avrebbe portato un Europa che continua a trafficare e crescere in cui il lusso è sempre maggiore e dove a livello culturale sono avvenute enormi svolte di gusto e tecnica. Basti pensare al Rinascimento."
Lo storico con il suo stile affabile ha raccontato senza sosta gli stravolgimenti del 1300 arricchendoli con curiosità e un veloce excursus sugli eventi più caratterizzanti del XIV° secolo: dalla rivolta dei Ciompi a Firenze, la peste e i suoi effetti sulla popolazione, la spaccatura nella chiesa con il trasferimento del Papa ad Avignone e la guerra dei cento anni, spiegandone le conseguenze più inaspettate.