Un tema, quello del fine vita e della morte assistita che, da anni fa discutere e scatena regolarmente accaniti dibattiti, ogni qualvolta se ne parli con determinazione.
In un momento di profondi mutamenti, in cui si parla maggiormente di libertà e rispetto dell’individuo a tutto tondo, nei giorni, insomma, del ddl Zan, si fa sempre più forte il grido di coloro che invocano un referendum per la regolamentazione dell’eutanasia. E’ questo l’obiettivo della raccolta firme per il Referendum Eutanasia Legale – Liberi fino alla fine.
In un paese che si sta scoprendo rispettoso delle diversità e, soprattutto, attento alle libertà personali, manca al momento una normativa che tuteli il diritto ad una decisione sulla morte dignitosa.
“La Corte Costituzionale ha chiarito che l’aiuto al suicidio non è punibile quando a chiederlo sia una persona tenuta in vita esclusivamente da sostegni di terapie intensive – queste le parole di Enzo Brogi, Presidente Corecom e da sempre attento ai temi legati alle libertà individuali –credo, quindi, che un paese che si dice civile come è l’Italia, un paese che per primo ha abolito la pena di morte in Europa, non possa avere un’attesa ed un’indecisione così lunga, circa la produzione di una normativa che possa permettere alle persone di scegliere, in casi assolutamente gravi, di porre fine alla propria vita”
Vogliamo entrare nel dettaglio della volontà di una raccolta firme per promuovere una legge sull’eutanasia legale?
“Purtroppo in Italia dal 2013, se non vado errato, esiste una proposta di legge di iniziativa popolare, ovvero richiesta da migliaia di cittadini, che ancora oggi non risulta calendarizzata nei lavori di commissione. Da qui la volontà di chiedere un referendum, quale strumento estremo affinché si possa arrivare velocemente all’introduzione dell’eutanasia legale – prosegue Brogi – ricordo, a chi fosse interessato, che è possibile firmare negli uffici comunali fino al 30 settembre”.
Quali altri macro temi, improntati alla libertà individuale, mancano ancora all’appello?
“Sono tanti i temi che mancano all’appello! Io direi che sarebbe necessario, in questo paese, superare le liberalizzazioni con le legalizzazioni. Faccio un esempio: attualmente, in ogni parte delle nostre città, nei giardini pubblici, davanti alle scuole, nei quartieri periferici, possiamo trovare qualsiasi tipo di droghe, molto spesso di pessima qualità e mettendo, soprattutto i nostri giovani, a contatto con la criminalità organizzata – afferma Brogi – questa è la liberalizzazione, ovvero si trova tutto, ovunque, senza alcun controllo. La legalizzazione vuol dire invece che una cosa, ad esempio la cannabis, può essere legalizzata con un articolato di legge che ne dispone la quantità, qualità, accesso, fruibilità, possibilità di comprarla, magari di coltivarla, naturalmente in numero di piante limitato all’uso personale. Quindi sarebbe necessario abrogare tutte le liberalizzazioni che sono pericolose, dannose ed insidiose e, invece, attivare attraverso gli strumenti legislativi, le legalizzazioni” conclude Enzo Brogi.