Due giornate dedicate alla raccolta firme per il referendum consultivo sulla sanità. Venerdì 12 e sabato 13 settembre 2025, davanti all’Ospedale di Santa Maria alla Gruccia, sarà allestito un gazebo dove i cittadini potranno sottoscrivere la proposta, dalle ore 8.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 18.00.
Il quesito referendario invita i toscani a esprimersi sull’attuale organizzazione del Servizio Sanitario Regionale, oggi suddiviso in tre grandi AUSL di area vasta, chiedendo se sia preferibile tornare a una struttura articolata su base provinciale per garantire una maggiore vicinanza dei servizi ai territori.
A sostegno dell’iniziativa è intervenuta il sindaco di Montevarchi, Silvia Chiassai Martini, che ha ribadito la necessità di una revisione dell’attuale assetto sanitario. Secondo la prima cittadina, la riforma regionale del 2015 – che ridusse le aziende sanitarie da 12 a 3 – ha prodotto effetti negativi: “Abbiamo assistito a un accentramento del potere, al progressivo depotenziamento degli ospedali e al taglio di circa mille posti letto, tra cui quelli della Gruccia. La classificazione di ospedale di 1° livello è rimasta solo sulla carta, mentre i cittadini vivono quotidianamente la carenza di personale, il sovraffollamento dei pronto soccorso, l’allungamento delle liste di attesa e persino la chiusura di molte agende di prenotazione”.
Chiassai Martini ha inoltre sottolineato il peso economico sulle famiglie toscane, con un’Irpef considerata tra le più alte d’Italia e un deficit regionale di circa un miliardo di euro: “Una situazione che rischia il commissariamento – ha aggiunto – e che spinge sempre più cittadini verso la sanità privata, mentre secondo dati Istat circa 200 mila toscani hanno rinunciato alle cure per motivi economici”.
Il referendum consultivo non prevede quorum e punta a raccogliere 30.000 firme per poter approdare all’esame del Consiglio Regionale, che sarà obbligato a esprimersi. “Firmare – ha concluso il sindaco – significa chiedere un cambiamento per restituire centralità ai bisogni dei cittadini, agli operatori sanitari e agli ospedali, riportando i servizi a misura di territorio”.