Pneumologo, fisioterapista, psicologo e neuropsicologo si prendono cura del paziente
La riabilitazione polmonare è un intervento complesso che inizia con la valutazione del paziente, quindi la valutazione medica e prosegue con l’applicazione di un programma riabilitativo individualizzato e personalizzato.
Elena Aldinucci, direttrice della Riabilitazione della CRT: “non basta applicare gli esercizi personalizzati per il paziente ma occorre anche l’addestramento ad un nuovo stile di vita perché nelle patologie croniche quello che fa la differenza è che il paziente comprenda quanto conti modificare le proprie abitudini in termini di movimento e di alimentazione”.
La riabilitazione polmonare ha quindi l’obiettivo di migliorare la tolleranza allo sforzo, la rieducazione alla fatica, attraverso l’incremento di esercizi che possono aiutare il paziente ad avere una maggiore autonomia respiratoria. E, appunto, una maggiore tolleranza allo sforzo.
“Il prototipo di queste malattie – continua Aldinucci – può essere rappresentato dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva. È una malattia estremamente frequente, riguarda l’8% di tutta la popolazione, con punte che chiaramente aumentano poi nelle fasce di età più alte e che è legata fondamentalmente all’esposizione a sostanze irritanti. La prima di tutte è il fumo in ogni sua tipologia, soprattutto quello di sigaretta, ma anche altri tipi di fumo che oggi sono magari più diffusi. Non solo il fumo, anche l’inquinamento”.
La BPCO provoca alterazioni significative di disturbi come la tosse e la tosse cronica. E questo comporta per l’organismo una difficoltà maggiore ad eliminare la secrezione in eccesso, operazione resa più difficile dal fatto che i bronchi sono stretti. Inoltre il paziente soffre anche di affanno, una condizione subdola che si produce in modo graduale fino a diventare cronica. All’affanno purtroppo il paziente finisce con l’abituarsi e questo è anche uno degli aspetti che coinvolgono la riabilitazione polmonare. Man mano che la malattia progredisce, la condizione di affanno peggiora fino a compromettere normali aspetti della vita quotidiana: lavarsi, fare le scale, perfino vestirsi rappresentano una difficoltà, fino ad arrivare alle condizioni più estreme, ossia l’insufficienza, respiratoria, in cui l’affanno è presente anche a riposo per piccolissime attività. Si determina un circolo vizioso per cui il soggetto è sempre più affannato, sta sempre più fermo e in questo modo peggiora sempre di più la sua condizione.
“La riabilitazione respiratoria in Crt – ricorda Elena Aldinucci – interviene su questo, non cura la malattia. La riabilitazione cerca di impedire o di ritardare la progressiva riduzione della capacità all’azione e alla mobilità del paziente che si traduce in ulteriore danno per la sua salute. Gli studi scientifici hanno dimostrato che la respirazione polmonare determina degli effetti vantaggiosi in queste persone, cioè riduce l’affanno, migliora la tolleranza allo sforzo, riduce la durata della riacutizzazione e migliora il tempo di recupero dopo una riacutizzazione polmonare, riduce l’ansietà e la e la depressione che si associano spesso a questa condizione, perché il soggetto che non si muove, vede ridurre progressivamente le proprie condizioni. Entra in gioco anche la depressione e questo peggiora le cose in termini di desiderio di inazione”.
L’intervento riabilitativo in CRT è un intervento a 360 ° e quindi la presa in carico è di tipo multidisciplinare. All’interno del percorso riabilitativo, il paziente incontra non soltanto il medico e nello specifico lo pneumologo, e la fisioterapista, ma abbiamo anche la presenza dello psicologo e del neuropsicologo. Per quanto riguarda le attività specifiche che vengono effettuate nel paziente, il fisioterapista si concentra soprattutto sugli esercizi motori, per incrementare la forza a livello degli arti, esercizi specifici che vanno a rieducare e potenziare l’attività muscolare del diaframma nonché dei muscoli specifici per la respirazione. Vengono effettuate anche delle manovre e delle posture per i drenaggi bronchiali e questo tipo di allenamento avviene in due step. In un primo step il paziente effettua una seduta di ciclette con timer. Poi esercizi calistenici sul lettino. Questi esercizi racchiudono tutta l’attività cardiopolmonare e muscolare durante tutto il percorso riabilitativo. Il progetto riabilitativo in Crt consta generalmente in 8/12 settimane con sedute progressive.