Lea Goldfrucht Melauri, Paolo Goldfrucht Melauri, Margherita Goldfrucht Prister: sono i nomi incisi sulle Pietre d’inciampo collocate questa mattina al Brollo, località della campagna figlinese, davanti a quella che fu l’ultima casa della famiglia Melauri. Nomi di persone a memoria dell’olocausto. La cerimonia di posa delle tre Pietre si è tenuta questa mattina nella frazione di Figline Incisa in occasione del Giorno della Memoria,che ricorre in tutto il mondo il 27 gennaio.
Questa la storia: i tre ebrei italiani originari di Trieste vennero arrestati, condotti in carcere a Firenze e poi deportati ad Auschwitz, dove furono assassinati dalle forze naziste.Tullio e Aldo Melauri, figli di Lea e Paolo, riuscirono infatti a salvarsi fuggendo pochi attimi prima dell’arresto. Tullio rimase in Italia dopo il matrimonio e non ha lasciato eredi, mentre Aldo riparò in Israele dove prese il nome ebraico di Eldad Hadar. Nei mesi scorsi, il Comune di Figline e Incisa Valdarno si era messo in contatto con i discendenti di Aldo Melauri, ricevendo il consenso della famiglia Hadar ad avviare le procedure per la richiesta e la realizzazione delle Pietre d’inciampo.
“Questo farà in modo che non siano dimenticati”, hanno commentato i discendenti della famiglia Melauri nel messaggio inviato alla Città di Figline e Incisa Valdarno e letto durante la cerimonia organizzata dall’ufficio di presidenza del Consiglio comunale.Le Pietre d’inciampo, le prime in Valdarno, sono state posate alla presenza degli studenti di tre classi dell’Istituto d’Istruzione Superiore Giorgio Vasari e dell’Istituto Paritario Marsilio Ficino di Figline. Ad aprire la mattinata, l’intervento della sindaca Giulia Mugnai e del presidente del Consiglio comunale Federico Cecoro, seguiti da quelli di Cristoforo Ciracì, presidente della sezione Anpi “Aronne Cavicchi” di Figline, e di Renzo Bandinelli della Comunità ebraica di Firenze. Il programma si è poi concluso con la lettura della commovente lettera d’addio scritta da Lea Melauri e Margherita Prister, madre e nonna di Tullio e Aldo Melauri ai quali avevano rivolto un ultimo saluto dal carcere delle Murate a Firenze, interpretato nell’occasione da Patrizia Mazzoni e Miriam Bardini di Agita Teatro, e con l’esibizione al violino di James Francioni della Scuola di Musica Schumann di Figline.Impossibilitati a presenziare per le restrizioni ai viaggi internazionali imposti dalla pandemia, Jeanine and Ulla Hadar, nipoti di Eldad, hanno voluto comunque inviare un messaggio di ringraziamento a nome di tutta la famiglia che è stato letto durante la cerimonia.
Le Pietre d’inciampo rappresentano un’ulteriore tappa nel percorso di un approfondimento storiografico avviato già nell’aprile 2019 con la pubblicazione del volume “Oliviero Bonatti, i fratelli Melauri e la famiglia Soffici. Storie figlinesi fra antifascismo, resistenza e soccorso agli ebrei” di Matteo Barucci, Tommaso Lalli e Gianni Sestucci, edito nella collana “Microstudi” curata dall’Assessorato alla cultura. Da questa pubblicazione è stato tratto anche il video documentario sulla deportazione della famiglia Melauri presentato in occasione del Giorno della Memoria 2021 e disponibile online sul canale YouTube del Comune di Figline e Incisa Valdarno (https://youtu.be/Q_30MRRHtTQ).
” Le Pietre d’inciampo che abbiamo posato- ha detto la sindaca Giulia Mugnai- sono un monito a non dimenticare che l’incubo nazista, la pagina più atroce della storia, ha lasciato il suo segno terribile anche qui, poco lontano dalle nostre case. Coltivare la Memoria, tenere viva la voce dei sopravvissuti è un dovere civico delle istituzioni e un compito di cui ognuno di noi deve sentire il carico.La volontà è quella di far diventare la storia della famiglia Melauri una memoria collettiva e condivisa”.
“Queste tre pietre di inciampo dedicate alla famigla Melauri sono un segno che dovrà rimanere nella nostra memoria e nei nostri cuori”- ha aggiunto il Presidente del Consiglio Comunale di Figline Incisa Federico Cecoro .
Renzo Bandinelli portavoce della Comunità Ebraica di Firenze: “Queste sono iniziative estremamente importanti per noi. Ma è ancora più importante che i giovani, gli studenti e gli insegnanti si attivino tutto l’anno a compiere delle azioni e a studiare i fatti storici legati all’antisemitismo e all’antifascismo.”