Dopo le varie prese di posizione nel merito della vicenda entra la stessa Fimer spa per spiegare tutti i passaggi e le motivazioni della rottura dell’accordo con McLaren/Greybull.
“Alla luce di quanto rilasciato nelle scorse ore dalla stampa, incluse dichiarazioni e interviste rilasciate a vario titolo, gli azionisti della Società FIMER sentono l’obbligo di chiarire e smentire le falsità ricorrenti che vengono pubblicate senza il minimo controllo e senza verifica della loro veridicità. I soci FIMER, quindi, tengono a chiarire che per tutta la durata della procedura di concordato preventivo, nei limiti di quanto nelle loro competenze e poteri, si sono adoperati in ogni modo per scongiurare il fallimento della Società. Il precedente Consiglio di Amministrazione, revocato in via definitiva in data 17 aprile 2023 e al quale era stato affidato il compito di traghettare la Società fuori dalla crisi, non è minimamente riuscito in questo obiettivo ed ha inoltre disatteso, per ben 3 volte, il Piano Industriale da esso stesso redatto. Ciò ha portato i Soci a prendere una drastica quanto necessaria decisione di sostituire il Consiglio di Amministrazione. Il provvedimento del Tribunale del 23 aprile 2023 è la prova dell’inconcludente operato del precedente CdA e della bontà della scelta dei Soci di cambiare squadra”.
“Sono stati proprio gli Azionisti a portare al tavolo alcuni potenziali investitori (tra cui proprio McLaren Applied / Greybull Capital) ad inizio marzo 2023, chiedendo prima al precedente CdA e poi a quello attualmente in carica, di verificare la bontà delle offerte pervenute al fine di salvaguardare la continuità aziendale e traghettare la Società fuori della crisi. Tali verifiche non sono state fatte dal precedente CdA, il quale aveva accettato l’offerta di McLaren Applied / Greybull Capital senza la benché minima due diligence sulla loro solidità economico-finanziaria e track record, impegnando quindi la Società ad ulteriori costi. L’attività di verifica sulle reali capacità finanziarie dell’investitore, così come la reale volontà di procedere al salvataggio della Società è stata invece svolta dal nuovo CdA, con poco tempo a disposizione ed in
presenza di un preciso impegno già preso, mentre avrebbe dovuto comunque essere svolta già dai soggetti esterni alla Società e a vario titolo coinvolti nell’ambito della procedura rispetto ai previsti compiti di controllo. I Soci non possono quindi non constatare alcuni fatti palesi ed evidenti che purtroppo smentiscono senza ombra di dubbio quanto dichiarato da Greybull Capital in merito alle proprie intenzioni”.
“Prova fondi. I Soci ritengono che, ad oggi, McLaren Applied / GreyBull Capital non abbia fornito alcuna prova circa la propria capacità finanziaria. Di ciò, sono stati informati dal CdA, il quale ha più volte insistito sulla richiesta di ricevere concreta prova della effettiva disponibilità dei fondi necessari al salvataggio dell‘azienda; evidenza che, ad oggi, non è mai pervenuta nonostante i numerosi solleciti”.
“Aumento di capitale. I soci hanno espressamente dichiarato per iscritto la propria volontà di deliberare un aumento di capitale ed è stato ribadito che tale aumento di capitale venisse fatto nel pieno rispetto della legge e per un importo congruo per la buona riuscita del piano concordatario. È da ritenersi falso che Greybull Capital abbia offerto di sottoscrivere, come dichiarato, un aumento di capitale per 50 milioni di euro. L’offerta presentata, infatti, contiene un impegno a sottoscrivere un aumento di capitale per soli 50.000 euro e non 50 milioni di euro, a fronte della cessione del 100% della Società e dei suoi assets. Chiunque può comprendere che 50.000 euro di capitale non siano affatto sufficienti per il salvataggio dell’azienda”.
“Finanziamento iniziale di 10 milioni di euro. Non compete ai Soci entrare nel merito delle valutazioni del finanziamento, ma da quanto riferito dal CdA, tale iniziale finanziamento (comunque già garantito dalla prededuzione) è stato condizionato al
rilascio di garanzie su tutto il patrimonio dell’azienda, il cui elevato valore è assolutamente
sproporzionato rispetto ai 10 milioni di euro; ciò a danno degli altri creditori, dipendenti, Società e della buona riuscita del Piano. Chiunque può, quindi, ben comprendere le ragioni per le quali questa richiesta sia stata ritenuta dal CdA del tutto impercorribile e di dubbio profilo legale. Questo infatti avrebbe significato “regalare” ad un solo creditore (Greybull Capital sarebbe divenuto creditore super-garantito, rispetto agli altri creditori e dipendenti) tutto il valore aziendale, prima ancora dell’erogazione dei rimanenti 40 milioni di euro promessi. Si sarebbe quindi tolto a qualsiasi creditore ogni forma di garanzia”.
“La solidità dell’investitore. Invitiamo chiunque interessato ad analizzare i principali dati di Bilancio di McLaren Applied e di GreyBull Capital. Ricordiamo che la McLaren Applied non rappresenta la popolare casa automobilistica McLaren e neppure il Team di Formula 1, entrambi posseduti dal fondo sovrano del Bahrain e non da GreyBull Capital. Purtroppo nell’equivoco, forse strumentalmente creato, sono caduti tutti, noi compresi”.
“Il track record dell’investitore e lo schema ricorrente. Invitiamo chiunque interessato a verificare semplici informazioni sul Web che descrivono il modus operandi del gruppo Greybull Capital negli ultimi 10 anni, che potrebbe essere stato replicato anche con
FIMER. Dalle informazioni ricavate dal Web non risulterebbero salvataggi di merito operati dal gruppo Greybull Capital, ma solo fallimenti e licenziamenti di massa”.
“Conclusione. Si ribadisce che gli Azionisti di FIMER si sono attivati per trovare un‘immediata alternativa a McLaren Applied / Greybull Capital attraverso la ricerca di investitori industriali seri e credibili – probabilmente già entro il corrente mese di giugno – per assicurare posti di lavoro, un maggior soddisfacimento creditori e per dare una continuità aziendale ad una Società che ha oltre 80 anni di storia ed operante nel settore
delle energie rinnovabili in continua e forte espansione. McLaren Applied / Greybull Capital dovranno invece rispondere, nelle opportune sedi, del loro operato, del tempo fatto perdere all’azienda per l’esclusiva concessa e delle dichiarazioni diffuse tramite i media, dove gli azionisti vengono indicati come coloro che “ne vogliono la morte”, configurandosi così responsabilità non solo di tipo Civile. Ci dichiariamo sin d’ora disponibili a qualsiasi confronto pubblico con dipendenti, sindacati e Istituzioni”.