La Regione Toscana si fa promotrice di un memorandum unitario di 5 punti per fronteggiare la crisi che sta vivendo il settore moda. È l’impegno preso dal presidente Eugenio Giani e condiviso con le parti sociali e amministratori locali nella nuova seduta del tavolo regionale, che si è riunito questa mattina alla presenza di parlamentari ed europarlamentari di tutti gli schieramenti politici.
È la seconda volta che il tavolo si riunisce in Regione, per cercare soluzioni ad una crisi pesante del comparto della moda: una crisi che tocca profondamente anche il Valdarno, dove almeno una famiglia su quattro conta su uno stipendio guadagnato lavorando proprio in imprese del comparto e dell’indotto della moda.
Il memorandum, che il presidente redigerà nelle prossime ore, fissa le direttrici principali emerse dalla discussione, a cui ha partecipato anche il direttore di Irpet. “Una traccia di azione su cui fare un gioco di squadra toscano”, spiega Giani, insistendo sulla “necessità di restare uniti per poter ricavare risultati concreti a salvaguardia dell’occupazione e della produzione di un comparto cruciale per il tessuto economico regionale e per il Made in Italy”.
Dei cinque punti previsti, i primi due indirizzano l’attenzione sulla prossima legge di bilancio del Governo. Innanzitutto la richiesta di estensione della cassa integrazione per portarla dalle 8 settimane come previsto dal decreto legge dell’ottobre scorso a 12 settimane, “anche alla luce dei segnali che indicano il protrarsi della crisi per tutto il 2025”. Subito dopo, il piano delle moratorie sul credito e sugli oneri fiscali, “di cui soprattutto le piccole imprese possono godere”.
Gli altri tre invece sono su materie di più diretta competenza della Regione. Ovvero la formazione, “su cui – evidenzia Giani – possiamo offrire occasioni di riqualificazione e aggiornamento delle competenze aprendo una prospettiva di riconversione delle professionalità”. E i finanziamenti attraverso la programmazione dei fondi europei “che ci possono consentire di aprire bandi specifici per il settore e dare sostegno alla ricerca e alla competitività, creando quindi le condizioni per poter dare uno stimolo a chi guida le imprese”. Infine, dice Giani enunciando il quinto capitolo del memorandum, occorre agire sulle relazioni industriali, “per attivare i nostri canali con i grandi marchi italiani ed esteri, la cui presenza sul territorio si intreccia con l’attività di migliaia di piccole e medie imprese”.