11, Ottobre, 2025

Zoppini (FdI): “Il Serristori è l’emblema del fallimento della politica sanitaria toscana”

Articoli correlati

In Vetrina

Più lette

In Vetrina

Matteo Zoppini, candidato capolista alle elezioni regionali per Fratelli d’Italia nel collegio di Firenze 2, interviene sulla situazione del Serristori di Figline. “Il destino dell’Ospedale Serristori è l’emblema del fallimento della politica sanitaria del Partito Democratico. Non permetteremo che questo presidio ospedaliero, fondamentale per l’intero Valdarno, venga ridotto a un semplice ‘stabilimento sanitario’ dalla giunta regionale a guida PD. La progressiva soppressione dei servizi, denunciata ormai da anni da cittadini e operatori, non è una casualità burocratica, ma una precisa scelta politica volta a indebolire la sanità territoriale a favore dei grandi centri, lasciando il Valdarno senza risposte adeguate. La prova più lampante di questa deriva è la mancata riapertura del Pronto Soccorso h24”.

“Il PD, che proprio nella scorsa campagna delle Regionali sbandierava la difesa del Serristori – continua Zoppini – ha di fatto avallato la revoca della delibera regionale che avrebbe consentito di classificare l’ospedale in ‘zona particolarmente disagiata’, classificazione che era la chiave legale per mantenere aperto il Pronto Soccorso, superando i rigidi parametri nazionali. Oggi al posto del PS ci troviamo davanti al PIR, una sorta di punto di emergenza ad orario diurno e a pagamento che opera sulla base di un decalogo in visione ai cittadini. Questa rotta disastrosa deve essere invertita: serve un piano di rilancio credibile per il Serristori, ad iniziare da investimenti strutturali seri e concreti che possano sostenere i servizi sanitari offerti dall’Ospedale”.

“Per quanto riguarda l’emergenza urgenza – conclude Zoppini – dobbiamo potenziare il PIR aumentando le prestazioni disponibili, rendendole fruibili anche in orario notturno. La sanità toscana è in deficit di risorse, ma soprattutto di visione. Il Serristori, sul quale pretendiamo trasparenza, non è un capitolo chiuso, ma un presidio che dobbiamo, e possiamo, ricostruire”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore
[rp4wp limit=4]
[rp4wp limit=4]

Articoli correlati