20, Aprile, 2024

Multiutility, la Lista Civica in Consiglio comunale: “Ribadiamo il nostro fermo ‘no’ all’operazione”

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Un lungo intervento per ribadire il ‘no’ all’operazione Multiutility, e anche per sottolineare la propria posizione nei confronti dell’Amministrazione comunale di Castelfranco Piandiscò: è quello che hanno portato nella seduta di Consiglio comunale di ieri, 28 novembre, i consiglieri di opposizione della Lista Civica, Gianmarco Brunetti, Orietta Gagliardi e Marco Morbidelli. “Quel che sta accadendo ai prezzi del gas e dell’energia elettrica – hanno esordito i consiglieri – fa capire in modo chiaro quanto la quotazione in Borsa esponga a rischi speculativi. I sindaci saranno espropriati dalla possibilità di garantire servizi pubblici efficienti ed a costi ragionevoli, poiché il Codice civile esclude gli azionisti dall’esercizio dei poteri di gestione ed amministrazione delle società. Saranno i manager del CdA a gestire servizi socialmente fondamentali e beni collettivi non riproducibili e limitati, come l’acqua, i rifiuti, l’energia”.

“Anche la nomina degli amministratori e dei controllori delle società partecipate sarà di competenza degli amministratori e non dell’assemblea degli azionisti della Multiutility. I più danneggiati saranno i Comuni medi e piccoli – sostiene la Lista Civica – che all’interno di questa holding finanziaria non avranno alcun potere, non potendo neppure accedere agli atti del CdA. I Sindaci di questi Comuni non potranno avere un ruolo attivo e significativo nella governance aziendale e nelle decisioni strategiche della Multiutility”. Brunetti, Gagliardi e Morbidelli evidenziano poi “le criticità emerse nel rapporto di cambio tra le società incorporate, rapporto che non è basato sullo stato patrimoniale delle aziende, ma sulla futura (teorica) capacità di produrre utili. È probabile che il cambio non rispecchi reali valori delle singole società coinvolte. Ecco perché riteniamo importante una corretta analisi utilizzando i valori del Patrimonio Netto, vale a dire il valore contabile delle singole società. Quando si tratta di accorpare società pubbliche è sempre preferibile utilizzare i valori ante-fusione. Ed ammesso e non concesso che sia utile l’accorpamento, è sempre opportuna una valutazione equa che non avvantaggi nessuno: non dovrebbero esserci, tra enti figli della stessa madre, cioè lo Stato, interessi particolari”.

Riferendosi quindi al comune di Castelfranco Piandiscò, la Lista Civica spiega: “Per il nostro Comune il Patrimonio Netto dopo il post-conferimento potrebbe subire una perdita di circa 240.000 Euro, evidenziando in tal senso un possibile danno patrimoniale. Ancora più grave nel nostro Comune è la riflessione da fare sulla parte che riguarda la proprietà della rete del gas metano. Rete di proprietà comunale perché realizzata nel 1985 con i fondi di mutui che l’amministrazione comunale contrasse per eseguire tutte le opere di metanizzazione, e relativi ripristini, peraltro potenziate per poter favorire una prosecuzione nei territori vicini di Piandiscò e Reggello. Si pensi che l’allacciamento sul metanodotto principale e la relativa cabina di decompressione furono commissionati e pagati a Snam dal comune di Castelfranco di Sopra. Quell’allaccio distribuisce gas metano fino a Leccio”.

“La rete di Castelfranco è di proprietà comunale, mentre la rete di Piandiscò e Faella furono realizzate al tempo dalla Fiorentinagas. Il comune di Castelfranco di Sopra, affidando il servizio di distribuzione alla società Fiorentinagas, firmò una convenzione trentennale che prevedeva un corrispettivo in affitto per i punti gas civili e industriali di Castelfranco inteso come intero territorio comunale ed una commissione di ‘vettoriamento’ a metro cubo, per il trasporto di gas oltre il territorio comunale. Questi importi sono stati incassati ogni anno per 30 anni e tutt’ora nel bilancio di questo comune figurano entrate relative a questa voce. Non sappiamo se l’attuale amministrazione abbia chiaro o stia monitorando questa entrata dal momento che ci sono sconosciuti i parametri di conferimento alla Multiutility. In ogni caso un conferimento di questa importanza non può prescindere da una verifica sulla convenienza anche economica e sulla redditività che verrebbe meno al comune. Si tratta di circa 100.000 euro all’anno se non superiore”.

“La Multiutility ha come scopo prevalente la crescita degli utili: investimenti, costi, tariffe e impiantistica, elementi che saranno sottratti al controllo delle comunità e delle amministrazioni che quelle comunità dovrebbero rappresentare e tutelare”, hanno aggiunto i consiglieri.

La Lista Civica si è poi concentrata sulla “totale assenza di discussione pubblica che ha caratterizzato la fase preparatoria delle deliberazioni in tutti i territori: un’assenza gravissima, indicativa di una concezione manipolatoria ed oltraggiosa della democrazia e della rappresentanza, che riduce il ruolo delle comunità locali, delle lavoratrici e dei lavoratori, degli abitanti portatori di diritti, insomma di ogni singolo cittadino e le loro rappresentanze (Sindaci, giunte e consigli comunali) a mera passa carta di decisioni prese in diverse sedi”. Il Gruppo Consiliare ha presentato in questo senso una segnalazione al Prefetto di Arezzo, “perché la documentazione inviata dai portatori di interesse, associazioni, comitati è purtroppo rimasta chiusa per mesi nei cassetti della scrivania del Sindaco, quasi a volere tacere un tema che ripetiamo per noi essere importante e soprattutto partecipato”.

“Il passaggio nei Consigli Comunali – hanno concluso i consiglieri della Lista Civica – è diventato un mero adempimento, o addirittura un intralcio, e ancor più lo dimostra il fatto che su questo punto è stata negata la possibilità di renderlo aperto, cosi come previsto anche dall’ Art. 15 del Regolamento del Consiglio comunale. Nulla più di questo può evidenziare lo svuotamento di significato di termini come informazione, discussione, partecipazione e confronto. I Consigli Comunali sono chiamati a timbrare le decisioni, oppure a vivere nel più completo silenzio. Trasparenza e partecipazione sono stati ripetutamente e intenzionalmente calpestati nel corso del lungo processo che sta culminando in questi giorni con l’approvazione della costituzione di Multiutility Toscana. Ecco perché chiediamo di verbalizzare il mancato rispetto delle forme più elementari di partecipazione e trasparenza, e il nostro NO a questa operazione che è ancora foriera di troppi dubbi e lati oscuri”.

Glenda Venturini
Glenda Venturini
Capo redattore

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